Black friday, Cyber monday, Cyber week, Black week, Orange weekend, Red thursday... e chi più ne ha più ne metta! Domani è il venerdì nero ufficiale, quello degli sconti folli, una tradizione importata dagli Stati Uniti che segue la festa del Ringraziamento e dove si è imposta negli ultimi decenni. Da noi è stata lanciata da Manor nel 2015 e tempo tre anni è letteralmente esplosa, anche e soprattutto nella durata, passata da un singolo giorno ad offerte e promozioni sull’arco di una settimana e anche oltre. Con un manager di Media Markt, uno dei più importanti rivenditori svizzeri di elettronica, e con uno psicologo abbiamo cercato di capire vantaggi e rischi di questo nuovo periodo di saldi.
“Una nuova importante spinta per la vendita”
Usman Baig, manager di Media Markt, non ha dubbi, l’introduzione del Black Friday tre anni fa è stata una “manna” per i negozi: “Non posso entrare nel dettaglio delle cifre, ma sono giornate fondamentali per la vendita, equiparabili a quelle natalizie”.
Giornate, appunto. Perché si è passati da un unico giorno a molteplici? “Innanzitutto per evitare il caos viario e le resse. Vogliamo poi offrire un’esperienza di consulenza personalizzata ai clienti”.
Sollecitato su consumismo e spreco, Baig ribatte affermando che presso il rivenditore di elettronica è presente al riguardo un codice etico e tutti gli oggetti in disuso possono essere consegnati per poi venir riciclati “con standard elevati”. “È inoltre possibile riportare oggetti ancora funzionanti, come computer portatili, per una valutazione e un’eventuale ripresa".
Attenzione ai super sconti
Il Quotidiano 21.11.2018, 19:00
“I rischi di shopping compulsivo aumentano”
Pochi dubbi li ha invece Dario Gennari, psicologo e responsabile di Ingrado, secondo il quale il continuo bombardamento di campagne promozionali e saldi può indurre chi è già a rischio di shopping compulsivo ad aumentare il proprio volume di acquisti, con conseguenze spesso nefaste (debiti, rapporti famigliari, depressione, …).
“Non ci sono degli studi che attestano questa cosa, ma è chiaro che i dati dicono che in questi periodi le persone acquistano in maniera molto importante. Sicuramente chi ha una problematica di questo tipo in questo periodo è particolarmente sotto pressione” spiega lo psicologo. E un marketing soprattutto di tipo emotivo, e non tanto legato alle proprietà del prodotto, complica ancor più le cose secondo lo psicologo.
“Il Ticino è molto probabilmente in una situazione analoga a tutta la Svizzera, a tutta l'Europa e a tutto il mondo occidentale, dove si stima che il 5% della popolazione ha dei tratti che vanno nella direzione di questo tipo di problema” spiega lo psicologo.
Ad ogni modo il problema non è sconosciuto nel commercio, come conferma ancora Baig di Media Markt: “Per noi diventa a volte anche difficile capire lo stato di ogni singola persona, ma cerchiamo comunque di aiutare e quindi la nostra consulenza è una consulenza accompagnata e mirata a soddisfare i propri bisogni. Non si tratta semplicemente di acquistare o vendere qualcosa”.
Guarda il videoreportage e scopri i consigli dello psicologo.