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Hotel, un incubo a occhi aperti

La primavera 2020 è stata massacrante per il settore alberghiero. Ma Francesca Cereda dell'Hotel Walter di Lugano rimane comunque ottimsta

  • 8 maggio 2020, 16:20
  • 22 novembre, 19:24
03:29

Francesca Cereda dell'Hotel Walter di Lugano racconta come è stata affrontata la pandemia

RSI Info 08.05.2020, 15:32

  • www.walteraulac.ch
Di: EnCa 

Il settore alberghiero è tra quelli che hanno più sofferto e stanno soffrendo tuttora gli effetti devastanti della pandemia da Covid-19. Le disdette in massa, la chiusura forzata, il lavoro ridotto e le frontiere esterne bloccate sono solo alcuni degli aspetti molto critici con cui quest’ambito economico ha dovuto confrontarsi.

Francesca Cereda, direttrice dell’Hotel Walter au Lac di Lugano, ha spiegato ai microfoni della RSI come si è sviluppata la situazione. Ha ricordato che "mentre gennaio è stato un mese nella media" a febbraio hanno cominciato a piovere gli annullamenti, aumentati ulteriormente a marzo dopo l’annuncio del Consiglio federale della “serrata” obbligatoria per le strutture del settore.

Pur potendo contare per diverse settimane sulla presenza di collaboratori frontalieri di società farmaceutiche che non hanno potuto tornare ai loro domicili in Italia, Francesca Cereda ha sottolineato che la situazione è stata decisamente difficile e come albergo “abbiamo dovuto ridimensionarci sia con il personale, quanto con le ordinazioni, cosicché ci siamo ritrovati un po’ spiazzati”.

La manager luganese evidenzia poi che da aprile sono iniziate a fioccare le cancellazioni non solo per il periodo pasquale, ma anche per maggio e addirittura giugno, al punto da essere costretta a chiudere l’hotel – anche perché era rimasto ormai vuoto. La situazione si è ripresa “dopo il 4 maggio quando è arrivato qualche cliente con l’autorizzazione”, ricorda Cereda, “mentre da lunedì 11 saremo di nuovo aperti al 100%”.

In prospettiva futura, la direttrice dello storico albergo sul lungolago di Lugano rimane ottimista. “Qualche prenotazione sta arrivando, ma considerata la situazione ci vorrà ancora un po’ di tempo”, prima che la situazione migliori maggiormente e la clientela consideri di nuovo il nostro territorio “come una meta sicura dove poter soggiornare”.

Intanto “qualche prenotazione c’è, ma sono poche”, spiega Cereda, “ma sono dal mese di giugno in avanti e maggio è ancora a livello quasi vicino allo zero”. Non per questo si perde l’ottimismo. A suo avviso infatti, anche se è difficile fare previsioni, visto il miglioramento della situazione nel cantone è lecito essere positivi – anche nella convinzione che l’impegno delle strutture preposte al sostegno del turismo e dell’hotellerie nella comunicazione potrà dare un contributo importante nel diffondere il messaggio che si potrà tornare a trascorrere le vacanze a Lugano come in tutto il Ticino.

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CSI 18.00 del 07.05.2020 - Il servizio di Amanda Pfaendler

RSI Info 08.05.2020, 16:07

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