Nimega è la capitale verde europea del 2018. Un riconoscimento che - dal 2010 - premia ogni anno un centro urbano che si è distinto in materia di protezione dell'ambiente. La più antica città d'Olanda, erede di un accampamento romano, è anche uno degli agglomerati più verdi di un paese (il più densamente popolato dell'intero continente) dove peraltro i problemi ambientali non mancano.
La città nel 2005 ha celebrato i 2'000 anni dalla fondazione del castrum romano posto a difesa del fiume Waal
Il titolo le è stato attribuito per numerosi progetti tra cui anche uno legato al verde nelle scuole. Gli allievi tolgono le pavimentazioni dei cortili degli istituti per far spazio alle piante. Non è l'iniziativa più importante, ma ha contribuito a dare corpo alla candidatura che ha vinto la competizione con cui la Commissione europea cerca di spingere i centri urbani a fare di più per l'ambiente.
La gara tra località è aperta anche agli Stati che non fanno parte dell'Unione. E che possano vincere anche i paesi non UE (come la Svizzera) è certo dopo che il titolo 2019 è stato attribuito a Oslo. La prima città non UE ad essere scelta dopo: Stoccolma, Amburgo, Vitoria-Gasteiz, Nantes, Copenaghen, Bristol, Lubiana ed Essen.
Il segreto di Nimega per battere la concorrenza è stato quello di coinvolgere i 170'000 cittadini, le aziende, le scuole, gli ospedali. Tutti impegnati per promuovere un diverso stile di vita. In città il 65% degli spostamenti urbani si fa in bicicletta: molto, anche per un paese come l'Olanda. Gli autobus vanno a biogas prodotto in zona. Sugli edifici pubblici ci sono 1'400 metri quadri di tetti verdi e ampie installazioni solari. E in costruzione c'è anche un primo parco eolico. Inoltre quasi il 70% dei rifiuti viene riciclato e quello che non si ricicla viene usato per riscaldamento ed elettricità. Nimega mira a raggiungere il traguardo zero emissioni entro il 2045.
Ma il fiore all'occhiello della località al confine con la Germania è un bacino in grado di assorbire le piene del Walen, un ramo del Reno, per poi restituire l'acqua in caso di secca. Lungo 3 chilometri e largo 200 metri, in parte riserva naturale e in parte zona di futura espansione urbana, è stato completato 2 anni fa ad un costo di quasi 400 milioni di franchi.
Diem/TG