Il conflitto in Ucraina sta provocando un innalzamento dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Dato che gli scambi economici della Svizzera con Kiev e con la Federazione russa sono relativamente scarsi, la guerra dovrebbe avere ripercussioni limitate nella Confederazione, sostiene la Segreteria di Stato dell’economia, ma potrebbero esserci conseguenze indirette, per esempio sulla filiera agroalimentare. L’Unione svizzera dei contadini (USC) monitora quindi la situazione: l’approvvigionamento dei mezzi di produzione agricola è garantito, spiega alla RSI la principale associazione mantello, ma appare chiaro che il prezzo di determinate derrate alimentare sia destinato a salire.
Aumenta il prezzo dei fertilizzanti
A pesare sul prezzo finale rischia di essere soprattutto il rincaro di alcuni fertilizzanti, a causa dell’aumento del costo del gas*. Tuttavia, l’impatto potrebbe non essere percepito nel breve periodo. “I campi sono già coltivati e gli agricoltori hanno riserve di fertilizzanti per coprire fino al 90% del fabbisogno per il 2022”, spiega Beat Röösli, responsabile della divisione relazioni internazionali dell’USC, “tutto dipende da come evolverà la crisi: la penuria di concime potrebbe farsi sentire in autunno, quando i campi verranno preparati per il 2023”.
Russia e Ucraina, spiega l’esperto, sono fra i principali produttori di fertilizzanti chimici, soprattutto di urea, e se la filiera della distribuzione dovesse incepparsi a causa della crisi, si assisterebbe a una riduzione dell’offerta sul mercato europeo con un conseguente rincaro dei prezzi di questi fertilizzanti: un aumento che porterebbe a un incremento dei costi di produzione, anche in Svizzera, e infine a un rincaro dei prezzi al dettaglio di alcuni prodotti.
Costi e guerra in Ucraina: aumenta il prezzo dei fertilizzanti
SEIDISERA 09.03.2022, 18:29
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Problemi anche con le sementi
Inoltre, l’Ucraina è anche un importantissimo produttore di sementi, soprattutto di mais. “Per quest’anno gli stock sono assicurati – aggiunge Röösli – ma per quanto riguarda la raccolta nel 2023, bisognerà aspettare l’autunno per valutare la situazione dell’approvvigionamento”.
Rischio di aumentare la dipendenza dalle importazioni
L’aumento dei prezzi dei fertilizzanti e delle sementi e le eventuali difficoltà nel reperire altri mezzi di produzione agricola potrebbero quindi provocare, se il conflitto perdurerà a lungo, una diminuzione delle colture e dei raccolti in Svizzera. I consumatori potrebbero avere difficoltà nell’acquistare “Swiss made” e di conseguenza aumenterebbe ulteriormente la dipendenza dalle importazioni. Questo, tuttavia, è solo uno scenario: stime concrete, sottolinea ancora una volta l’esperto dell’USC, potranno essere fatte solo dopo l’estate.
“I consumatori devono sostenere l’aumento dei prezzi”
Anche l’aumento del costo della benzina provocherà un incremento dei costi di produzione per le aziende agricole svizzere. Ma cosa succederebbe se i grandi distributori finali decidessero di non aumentare i prezzi al dettaglio, premendo sui margini di profitto dei contadini? “Una situazione del genere non deve verificarsi – mette in guardia Beat Röösli –: è fondamentale che l’aumento dei costi di produzione si ripercuota sul cliente finale. In caso contrario l'agricoltura non sarebbe più redditizia per i contadini e la produzione nazionale crollerebbe. Aumenterebbe invece ulteriormente la dipendenza della Svizzera dalle importazioni e sarebbe fatale ridurre così drasticamente la produzione nazionale in un periodo di crisi, segnato da problemi di approvvigionamento a livello internazionale”.
*Su il prezzo del gas, su il prezzo dei fertilizzanti
L’aumento del prezzo dei fertilizzanti è iniziato prima dell’invasione russa dell’Ucraina, ma il conflitto sta provocando un ulteriore innalzamento. Il perché è dovuto a una correlazione di vari fattori, tra i quali l’aumento del prezzo dell’energia. Per fabbricare concimi azotati, per esempio, serve ammoniaca e azoto, ha recentemente spiegato l’analista finanziari Philippe Rezzonico ai microfoni della RTS: “E l’ammoniaca proviene dall’idrogeno che a sua volta proviene dal gas naturale, il cui prezzo è salito alle stelle”. Di conseguenza, le società hanno deciso di ridurre la produzione di concimi azotati per non far fronte a costi troppo elevati. La domanda mondiale per questi prodotti è tuttavia molto alta.
ludoC
La SECO è ottimista
Telegiornale 14.03.2022, 12:30