È l’amore per il cinema audace che parla di vita vera ad inaugurare la 68ª edizione del Festival di Cannes con La Tête haute della francese Emmanuelle Bercot. Un titolo che ha spiazzato chi si aspettava il consueto film da botteghino, come Mad Max: Fury Road, atteso domani, o come le precedenti aperture con Grace di Monaco di Olivier Dahan e con Il grande Gatsby di Baz Luhrmann.
Il red carpet di Cannes
La Tête haute è una scelta coraggiosa come la storia che racconta: quella di un ragazzino (Rod Paradot), orfano di padre e cresciuto da una madre infantile ed egoista, che trascorre il suo tempo fra furti, violenza, il tribunale (con il giudice Catherine Deneuve), assistenti sociali (Benoît Magimel il più efficace) e centri di accoglienza per minori. Fino a quando la vita, quella vera di un bebè, darà forse una svolta.
Un film ad alto tasso emotivo e con grande forza visiva, che talvolta pecca di retorica: come nell’ultima inquadratura sul Palazzo di Giustizia dove la camera indugia sul tricolore francese.
Francesca Felletti
Da Cannes Marco Zucchi
Telegiornale 13.05.2015, 20:00
Il servizio di Marco Zucchi nel Radiogiornale
RSI Info 13.05.2015, 18:55
Sul tappeto con Deneuve & co
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