Si prefigura variopinta (in senso letterale e figurato) questa 68esima edizione della Berlinale sin dal film di esordio con l’animazione bizzarra dell’Isola dei cani di quel geniaccio di Wes Anderson, poi diversi i generi trattati (horror, biopic, documentario, ecc) e persino inusuali le ambientazioni cinematografiche (una su tutte un igloo).
Tante le coproduzioni svizzere: Figlia mia di Laura Bispuri che ha scelto di nuovo Alba Rohrwacher (già protagonista del suo interessantissimo Vergine giurata), questa volta nei panni di una madre naturale che sceglie di riavvicinarsi alla figlia adottata da un’altra donna (Valeria Golino), creando nella piccola un’ovvia confusione. Un’opera coprodotta dalla romanda Bord Cadre a cui ha dato il suo contributo anche la RSI.
Figlia mia di Laura Bispuri
Sempre in concorso, coprodotto dalla ventura film di Meride, di nuovo con il contributo della RSI, anche il nuovo film del tedesco Philip Gröning (
Il grande silenzio) intitolato
Mein Brüder heisst Robert und ist ein Idiot.
Nel concorso ufficiale, ma senza competere per l'orso d'oro, c'è pure Eldorado di Markus Imhoof (La barca è piena, More than honey), che parte da spunti autobiografici del regista per parlare della difficile situazione immigratoria oggi in Europa.
Ancora Svizzera nelle sezioni secondarie (3 film in Panorama, 3 in Generation 14Plus, due cortometraggi e vari titoli proposti al mercato). Per non parlare della talentuosa Luna Wedler, che quest’anno ha l’onore di sedere accanto agli altri 10 interpreti europei che sono stati scelti come Shooting Star, ovvero gli attori (e il passato lo conferma: Carey Mulligan ne è un esempio) su cui vale la pena puntare come “stelle nascenti”.
Luna Wedler
Tornando al concorso internazionale, impossibile non citare l'opera di Gus Van Sant
Don’t Worry, He won’t Get Far on Foot sulla vita tormentata del disegnatore John Callahan (Joaquin Phoenix) e l’horror di Steven Soderbergh girato con un IPhone:
Unsane, in cui la protagonista (la star della serie tv
The Crown Claire Foy) si trova rinchiusa in un ospedale psichiatrico contro la sua volontà.
E Berlino, dopo l’Excellence Award a Locarno, ha deciso quest’anno di consegnare un meritatissimo Orso d’oro alla Carriera a Willem Dafoe.
Francesca Felletti
Da Berlino Marco Zucchi
Telegiornale 15.02.2018, 20:01
RG 12.30 del 15.02.2018 Il servizio di Moira Bubola
RSI Info 15.02.2018, 13:24