L’attesa nei riguardi dell’Expo 2020 a Dubai era grande già prima della vigilia, considerato il buon successo che l’evento precedente, sei anni fa a Milano, aveva richiamato tanti visitatori dalla Svizzera italiana. E dopo che grazie all’Expo milanese la fama di questo tipo di manifestazioni era sicuramente cresciuta a dismisura, non sorprende che ci si attendesse dall’Expo organizzato (con un anno di ritardo a causa della pandemia) negli Emirati uno standard ancor più alto.
E infatti così è stato. Da visitatore impressionano subito i controlli ai quattro ingressi, severissimi, che fanno impallidire quelli abituali negli aeroporti e che sono svolti da un vero esercito di volontari. E, appena entrati, ci si accorge dell’immensità dell’evento, per il quale sono previsti, a sostegno di chi lo visita, un’infinità di trenini, minitaxi e altri mezzi di trasporto a trazione alternativa - elettrici, hyperloop, a guida autonoma.
Ma è massiccia pure l’attenzione nei riguardi della sicurezza in ogni senso: oltre ai distributori di gel disinfettante, anche i poliziotti sono una marea e “l’ordine pubblico” è tenuto d’occhio pure da un altro esercito di giovani volontari, che non sembrano soffrire i 34 gradi all’ombra.
Realizzato a 40 minuti d’auto dal centro, alla periferia di una Dubai in continua espansione e in un'area che tra breve si prevede sarà inglobata dall'agglomerato urbano, l’Expo 2020 mostra 192 padiglioni davvero affascinanti. A corollario di quelli nazionali, d'altronde, ne sono stati sviluppati diversi sulla base delle quattro aree tematiche dell’evento (sostenibilità, opportunità, mobilità e resilienza) e altri ancora in relazione ad argomenti specifici – primo tra tutti il ruolo delle donne nella società.
Ogni padiglione è un capolavoro
Scegliendo tra i padiglioni dell'Expo un po’ a caso, un po’ per “nazionalismo” (ossia l’entrare in quello elvetico, subito…), si sono scoperti temi, aspetti e novità che ci hanno lasciati a bocca aperta, Ne è un esempio l’itinerario da seguire in quello dell’Australia, che porta in un auditorium dove pareti e soffitto diventano un realistico soggiorno a 360 gradi nell’Outback o nelle zone più iconiche (e non per forza celebri) della nazione. Il Sudafrica, dal canto suo, ha messo in evidenza la sua storia e il suo ruolo attivo (poiché anche sede di molti marchi affermati) sui mercati più diversi.
Dal canto loro, le Isole Salomone, come il Vietnam, hanno concentrato l’attenzione sulla loro storia, sul loro impegno secolare a favore dell’ecologia e sul ruolo delle nuove generazioni nel futuro del Pianeta. La tecnologia, la qualità, la montagna e l’ambiente sono invece le parole cardine dell’area espositiva elvetica, mentre la vicina Penisola ha incentrato la visita di chi sceglie il suo padiglione sugli aspetti legati all’arte, alla cultura, alla moda e al saper vivere tipicamente “made in Italy”. E se per quello cinese rimarrà impressa pure la scarpinata necessaria per visitarlo, quello cileno spicca per l’attenzione dedicata alla fauna (i pinguini in primis) e all’ambiente glaciale che caratterizza i territori più meridionali di questo Stato sudamericano.
Un Expo 2020 a misura di visitatore
Anche visitandolo a fine anno (e quindi con temperature piuttosto "miti" per Dubai) e nonostante le ampie aree con ventilatori e climatizzatori in azione, il caldo soffocante è un’altra costante dell’Expo 2020. Per fortuna, le fontanelle, i distributori di bevande e le aree con bar e ristoranti non mancano e sono senza dubbio tra gli spazi più gettonati dai visitatori. Questi ultimi, a differenza di quel che valse spesso per Milano, non faticano però a entrare e a spostarsi all’interno di questa esposizione, a tutto vantaggio del piacere di godersela.
Anche con notevole affluenza, l'Expo 2020 Dubai si può visitare senza difficoltà
Va detto che all'interno dell'evento, essendo quest'ultimo molto vasto e ben organizzato, i visitatori non sono quasi mai confrontati con code o assembramenti. Vero è che da gennaio, a seguito della variante Omicron del Covid-19, le autorità emiratine hanno proibito di recarsi all’estero ai loro cittadini non vaccinati ma anche a chi ha ricevuto "solo" due dosi, per cui è assai probabile che un tale divieto incrementerà ulteriormente le presenze all’interno dell’Expo 2020 durante gli ultimi mesi di apertura.
E in merito all’afa, c’è chi pensa già con ottimismo al prossimo Expo, nel 2025 a Osaka, dove le temperature dovrebbero rivelarsi decisamente più accettabili.
Dal canto suo, l'area che ospita l'esposizione diventerà un modello di comunità globale dell'avvenire e prenderà il nome di "District 2020", in onore dell'Expo. Saranno riutilizzate molte delle strutture attive durante l'evento, tanto che si prevede che almeno l'80&% di tali infrastruttura avrà una seconda vita autonoma in quella che il sito di Expo 2020 definisce "una smart city sostenibile e umano-centrica". Una città intelligente che "in quanto comunità integrata polivalente, porterà avanti e realizzerà la visione fondante dell'Expo 2020: essere un ecosistema per connettere, creare e innovare.
Dalla TV
Notiziario 07.00 del 02.01.2022
RSI Info 04.01.2022, 10:06
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