Cultura e spettacoli

Fondazione Bührle, Gloor lascia e minaccia

Il presidente si dimette, critico nei confronti delle ulteriori indagini sulla provenienza della preziosa collezione, che potrebbe anche togliere al Kunsthaus

  • 14 novembre 2021, 16:20
  • 4 settembre 2023, 20:12
00:29

Notiziario 14.00 del 14.11.2021

RSI Info 14.11.2021, 16:17

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Di: ATS/pon 

Il direttore della Fondazione Bührle Lukas Gloor lascerà il suo incarico alla fine dell'anno, in polemica con gli approfondimenti voluti da Città e Cantone di Zurigo sulla provenienza della controversa collezione. "Il mio lavoro è terminato", afferma in un'intervista al Sonntagsblick, ma nel contempo minaccia di ritirare le opere della fondazione stessa dalla nuova ala del Kunsthaus.

Lukas Gloor

Lukas Gloor

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La costituzione della raccolta di capolavori della pittura è tornata d'attualità proprio dall'inaugurazione della nuova sede, dove la sua genesi è tematizzata in una sala appositamente dedicata. È risaputo, in modo definitivo dopo la pubblicazione di uno studio dello storico Matthieu Leimgruber nel 2020, che l'imprenditore Emil Bührle finanziò la sua passione per l'arte con la vendita di armi prima, durante e dopo la Seconda guerra mondiale, senza farsi scrupoli di commerciare anche con la Germania di Adolf Hitler.

Se l'origine dei fondi è chiara, i dubbi non sono ancora del tutto fugati riguardo all'origine dei singoli quadri. Non si esclude che ve ne siano ancora frutto di spoliazioni di famiglie ebraiche. Dopo le critiche sollevate da esperti, secondo i quali le informazioni in proposito sono datate e spesso provenienti dalla fondazione stessa che ha poco interesse a fare piena luce sulla questione, le autorità chiedono ora specialisti indipendenti indaghino ancora a fondo.

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RG 12.30 del 09.11.2021 La corrispondenza di Anna Maria Nunzi

RSI Info 09.11.2021, 13:17

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Gloor non ci sta, convinto che le conclusioni non saranno molto diverse da quelle note finora. A suo avviso non viene rispettata l'autonomia del Kunsthaus, con il quale potrebbe cessare ora la collaborazione. Per il museo sarebbe un duro colpo, perché le 170 opere di grandi autori, da Van Gogh a Monet e Cézanne, sono un vero magnete per il pubblico.

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