Un migliaio di persone ha partecipato venerdì sera al concerto di inaugurazione della sala del LAC a Lugano. Sul podio il maestro di origini russe Vladimir Ashkenazy che ha diretto la Nona sinfonia di Beethoven.
Il commento del musicologo Giovanni Gavazzeni
Hector Berlioz, gran compositore, critico musicale e direttore d’orchestra, scriveva che la Nona, fra le sinfonie di Beethoven, era la più difficile d’esecuzione: “Necessita studi pazienti e continuati, e soprattutto ben diretti”. L’insigne maestro Vladimir Ashkenazy ha fatto quanto prescritto da Berlioz e infiammato con la fervida incisività della sua personalità interpretativa il qualificato pubblico che attendeva la consacrazione del nuovo auditorium musicale. Non meno lodevole la prova dell’Orchestra della Svizzera italiana, del Coro della Radiotelevisione svizzera e del quartetto dei solisti vocali. Il primo impatto con la sala concepita acusticamente dall’ingegnere Jürgen Reinhold è estremamente positivo: viene voglia di tornare al più presto e sentire altri complessi sinfonici, per imparare a conoscere tutte le sue possibilità acustiche. Non si può che concordare con le parole dell’architetto Ivano Gianola, artefice architettonico del LAC: “Se è vero che la luce dà vita allo spazio, nel teatro è il suono, accompagnato dal silenzio, che lo anima”.
Ricordiamo che si replica questa sera (sabato) alle 20 30 e domani alle 11, sempre al LAC di Lugano.
RedMM/AlesS
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