Senza denti sulla Croisette
A maggio 2015 la sua era stata una delle foto-simbolo della 68esima edizione del Festival di Cannes.
La luganese Aomi Muyock (il nome d'arte è composto in realtà dai due nomi di battesimo, il cognome ci tiene a tenerlo per sé e quindi non lo scriviamo) si presentava ai media e al mondo come protagonista esordiente del nuovo film di Gaspar Noé, intitolato Love.
Per un problema momentaneo le mancavano parecchi denti e essendo Aomi una bellissima ragazza, modella di professione, la cosa non era passata inosservata.
È trascorso quasi un anno, ma se si scandagliano i motori di ricerca si scopre che quasi tutte le interviste fanno ancora riferimento a quell'episodio, oltre che naturalmente al ruolo un po' piccante e controverso interpretato sullo schermo.
Ai recenti Premi del cinema svizzero di Zurigo è stata chiamata a consegnare un Quarzo, quello al miglior film d'animazione. Sul palco si è un po' impappinata, scherzi dell'emozione. Nessuna esitazione invece durante la chiacchierata ai nostri microfoni (in onda il 2 aprile 2016 alle 13.40 su Rete Uno).
Chi sei?
"Sono nata e cresciuta in Ticino da mamma svizzera e papà americano. Ho fatto la scuola Rudolf Steiner a Origlio. Poi ci siamo trasferiti a Chiasso. Ho fatto il liceo artistico a Varese e poi ho cominciato a fare la modella. La mia passione è sempre stata creare, perché i miei genitori sono artisti. Il cinema non era nei miei piani e per un po' di tempo ho rifiutato, perché anche come modella mi dava fastidio essere esposta. Mi piace più osservare che essere osservata. Poi quando Gaspar Noé mi ha chiesto, mi son detta perché no? Perché non provare? È solo una volta."
Davvero solo una o hai voglia di un secondo film?
"Sì, speriamo. È stata una bella esperienza ed è un lavoro molto interessante. Come in ogni lavoro ci sono aspetti positivi e altri meno positivi. Tra questi il fatto di essere così esposti."
Il film Love presenta situazioni controverse. Quanto lo hai sentito vicino?
"Sono storie che ho già sentito nella vita di amici e di persone che mi circondano. Rappresenta un amore immaturo. Tante persone passano da situazioni simili, anche se non così estreme. L'ho sentito vicino in alcuni dettagli: Elektra, la protagonista, dipinge e anche io dipingo; a un certo punto legge una poesia e quella poesia è davvero la mia preferita nella vita. Però nel personaggio non mi riconosco perché non sono così aggressiva."
Le immagini senza denti della presentazione a Cannes? Cos'era successo?
"Mi piacerebbe avere una storia suggestiva, ma è solo lunga e noiosa. Ho avuto un incidente, poi una malattia susseguente. Il film avrebbe dovuto uscire quest'anno e invece è uscito in anticipo. Quando Gaspar mi ha chiamato per propormi di andare a Cannes mi sono detta: non proprio adesso che sono nel mezzo di questo lavoro ai denti. Poi ci ho pensato e ho cambiato idea. Non è che non potessi andare in giro. C'è chi ha scritto in qualche articolo che li avevo tolti apposta, per attirare l'attenzione. Ci mancherebbe altro. Può essere un mondo fatto molto di immagine, ma non è la parte che interessa a me. Chi ha un po' di empatia e di umorismo ha capito."
Dunque sei coraggiosa e non ti nascondi mai?
"No, non è questo. Piuttosto mi disturbava il messaggio di nascondermi perché non ero bella. Non è il motivo giusto per nascondersi. Avendo cominciato da giovanissima a fare la modella ho sempre subito la pressione della bellezza, del dover essere perfette. Magari è stata in modo incoscente una ribellione nei confronti di questa cosa dell'immagine e dell'esteriorità."
Quanto sei legata al Ticino, da cui sei partita?
"Tanto! Torno sempre volentieri a casa, amo il Ticino e un giorno penso di tornare. Ma per ora sono cittadina del mondo".