Jorit ha iniziato come tutti i graffittari. Qualcuno direbbe “imbrattando muri illegalmente”. Alla sua arte, che nel tempo a saputo trasformarsi ed evolvere con la sua consapevolezza, è stata però riconosciuto molto presto un alto valore. I suoi murales, talvolta giganteschi, ritraggono volti di personaggi della politica, dello sport, della musica e del cinema, della scienza, del disagio, della normalità, della speranza. Sono volti celebri, sconosciuti, inesistenti anche. E sono tutti segnati da graffi rossi che ricordano che c’è una cosa che ci accomuna più di quanto mille altre cose possono distinguerci e allontanarci: la nostra appartenenza alla stessa umanità.
La stessa umanità di Mandela. E proprio il murales di 126 metri quadrati, realizzato a Firenze un anno fa e chiamato “Il condominio dei diritti” è al centro di un documentario appena uscito in Italia. Un film che ripercorre emozioni, reazioni e sensazioni degli abitanti del quartiere durante la sua realizzazione.