La diffusione della musica via streaming (tramite Spotify, Apple Music e simili) permette a alcune star (Adele, Taylor Swift, Stones ecc.) d’incassare milioni di dollari, senza rimpiangere troppo l’epoca dei CD. I loro colleghi un po’ meno famosi devono invece dividersi le briciole di un mercato (pesa 2,5 miliardi) che agli artisti dei paesi piccoli riserva quasi nulla.
In Svizzera gli abbonamenti alle banche dati che danno accesso illimitato a milioni di brani sono in forte crescita, come nel mondo. L’offerta è praticissima: con pochi franchi al mese si può ascoltare tutta la musica desiderata.
A attirare il pubblico sono i pezzi che vengono suggeriti dagli stessi gestori. Liste in cui, come rileva Lorenz Haas dell’IFPI svizzera, gli artisti elvetici non trovano spazio poiché per i colossi il mercato rossocrociato è marginale. Inoltre il meccanismo di remunerazione è proporzionale: chi rappresenta l’1% in uno Stato riceve l’1% del totale incassato in quel paese. Quindi i piccoli non hanno chance.
In concreto, per esempio, il gruppo bernese Trummer con 17'000 streaming ha ottenuto 108 franchi (0,064 centesimi l’uno). Tanto quanto avrebbe incamerato con 120 scaricamenti su iTunes.
Diem/ATS