In finale contro 'Liberi o no' di Raphael Gualazzi & The Bloody Beetroots, e Renzo Rubino con 'Ora', Arisa ha vinto il 64° Festival della canzone italiana, dopo tre vagli di televoto e il parere della giuria detta 'di qualità'.
Il Premio della critica 'Mia Martini', assegnato dai giornalisti della stampa scritta insieme agli accreditati delle testate straniere, è per 'Invisibili' di Cristiano De André. Il pubblico, nella scelta della prima sera, le aveva preferito 'Il cielo è vuoto'. La sala stampa radio, tv e web 'Lucio Dalla' ha invece premiato 'L'unica' dei Perturbazione.
Ieri, per la categoria 'Nuove proposte', si era imposto Rocco Hunt con 'Nu juorno buono', mentre entrambi i premi della critica erano stati assegnati a Zibba per 'Senza di te'.
Si conclude così il Festival che il conduttore Fabio Fazio avrebbe voluto 'della grande bellezza', e che invece è cominciato col déjà vu: due operai campani minacciano il suicidio in teatro, come accadde quasi vent'anni fa con il disoccupato Pino Pagano.
Il revival che permea le cinque serate è invece voluto: le gemelle Kessler, Franca Valeri, 'Zum zum zum' per celebrare sessant'anni di televisione italiana; Gino Paoli e le reinterpretazioni del venerdì sera ('Sanremo Club') in omaggio alla canzone d'autore; Claudio Baglioni glorifica -legittimamente- le proprie.
Le polemiche, più che nel déjà vu, vanno iscritte nella tradizione: Fazio aveva promesso un cast “legato alla contemporaneità delle canzoni e non televisivo”, ma è accusato di propendere verso gli amici persino quando ricorda chi non c'è più: molte parole per De André e la scuola genovese, neppure una per Franco Califano, mancato lo scorso anno.
Aveva dichiarato di volersi smarcare dalla televisione della cosiddetta ospitata, “nella quale il personaggio dice due parole sul suo ultimo libro, album o film”, ma -annotano i giornali- Baglioni e Ligabue non lasciano certo il palco prima di aver ricordato a caratteri cubitali la loro prossima tournée.
Concludiamo dall'inizio (della trasmissione). Non tutti gli italiani sono d'accordo sulla necessità che il Festival si rinnovi. E il nuovo, inteso qui come linguaggio televisivo, rappresentato dalla striscia 'Sanremo & Sanromolo' del regista e videomaker Piefrancesco Diliberto detto Pif, rimane per ora avanspettacolo.
Rino Scarcelli