Perché nessuno le aveva mai invitate al Festival, in questi anni in cui revival e archivi puntellano gli ascolti televisivi? Forse perché neppure negli anni Cinquanta e Sessanta, le gemelle Kessler c'erano mai state. Avevano calcato il palco dell'Ariston soltanto durante quelle tournée estive con cui le stelle della tivù di una volta arrotondavano i loro sobri compensi.
Questo pomeriggio, Hellen e Alice sono entrate in sala stampa giusto un minuto e hanno creato lo stesso scompiglio della caccia a Grillo ieri: l'operatore Rai collegato in diretta non ha potuto evitare che qualcuno inciampasse nel cavalletto della telecamera. Intanto le Kessler glissavano sull'invito tardivo: quel che conta è che hanno proposto loro un numero con Luciana Littizzetto “e la Littizzetto ci piace enormemente”.
Torniamo ai dintorni del teatro. Le vetrine a tema sono poche e poco appariscenti: una panetteria è addobbata con dischi a 45 giri appesi a stelle filanti, un arredatore ha adagiato sul divano degli LP - soltanto che è un estimatore di Antonello Venditti e mette fuori gli album di quest'ultimo, che a Sanremo è stato solo come ospite - e molti altri hanno decorato le vetrine con pentagrammi, note e chiavi di sol autoadesive.
Ma ad attirare l'attenzione sono piuttosto gli studi radiofonici della radio private, ricavati dalle vetrine delle boutique, così che i passanti possano assistere alle interviste e a piccoli concerti in diretta.
Mentre scrivo, Claudio Baglioni ne sta tenendo uno per l'intero suo paese: sul palco di Sanremo, intona -nell'ordine- 'Questo piccolo grande amore', 'E tu', 'Strada facendo', 'Avrai', 'Mille giorni di te e di me'. In altre parole: non si cimenta in mestieri altrui, e canta i suoi grandi successi. Un numero così normale da sembrare straordinario, sulla TV italiana. E che riceve gli applausi che merita.
Rino Scarcelli