Nella “Madonna di Manchester”, l’incompiuta tempera su tavola attribuita a un giovane Michelangelo e custodita alla National Gallery di Londra, ci sarebbero, ben nascosti tra le pieghe dei vestiti della Vergine, un autoritratto dello stesso Buonarroti e la sagoma di un grosso pesce. Ad annunciare la scoperta è il ricercatore romano Sandro Giometti, che ipotizza inoltre una derivazione concettuale dall’affresco aretino “Salomone incontra la regina di Saba” di Piero della Francesca, dipinto circa 35 anni prima.
La prima delle due figure rilevate, all’altezza del seno, è il volto irsuto di un uomo con gli occhi chiusi, inclinato di 45 gradi, il cui naso rotto denuncia l’identità del suo creatore, come confermato dal confronto con il più tardo ritratto eseguito da Daniele da Volterra.
L’altra, identificata vicino al braccio sinistro, va a lambire il sottostante corpo di Gesù Bambino, quasi per proteggerlo, simbolo di Cristo stesso effigiato secondo l’antica rappresentazione paleocristiana del Salvatore.
ANSA/MarGù