La Repubblica democratica del Congo non permetterà più al gruppo Glencore, con sede nel canton Zugo, di esportare materie prime, tra cui il cobalto, essenziale per i veicoli elettrici, senza che siano state lavorate nel paese.
Lo ha confermato la ministra congolese per l'ambiente Eve Bazaiba che venerdì a Glasgow aveva informato della questione il capo della delegazione svizzera alla COP26, l'ambasciatore Franz Perrez, durante un incontro bilaterale. In un'intervista pubblicata dalla piattaforma Geneva Solutions la rappresentante di Kinshasa ha affermato: "abbiamo avvertito che d'ora in poi non accetteremo più che queste risorse siano esportate in forma grezza". La multinazionale, ha spiegato, dovrà prepararsi per questa nuova fase e dovrà rispettare un ordine attualmente in preparazione.
Glencore è stata regolarmente accusata dalle organizzazioni non governative svizzere di inquinare l'aria e il suolo nell'area del Katanga dove si trova la miniera di rame/cobalto sfruttata dalla Kamoto Copper Company, di cui il gruppo di Baar è il principale azionista. Nel 2018 aveva assicurato di assumersi le sue responsabilità in materia, ma di non essere l'unica fonte di inquinamento nella regione.