In base a una nuova valutazione della Banca nazionale svizzera (BNS), il prodotto interno lordo (PIL) di quest’anno si ridurrà del 3% circa. Un calo meno marcato rispetto al 5% che gli esperti dell'istituto di emissione si aspettavano in base alla situazione economica e monetaria di settembre, si può leggere in un comunicato diffuso giovedì.
Di fronte all'evolvere della situazione la BNS ha fatto sapere che non intende modificare la propria politica monetaria, lasciando invariato il tasso d’interesse di riferimento fermo a -0,75%. Il presidente Thomas Jordan ha pure annunciato che l'istituto non farà più investimenti nel settore dell'estrazione del carbone.
Per il 2021 la banca centrale si aspetta una crescita pari al 2,5%-3%, una ripresa giudicata incompleta. La disoccupazione dovrebbe nuovamente aumentare e i fattori di produzione rimarranno sottoutilizzati ancora per un certo tempo. Analogamente alle previsioni per l'estero, anche quelle per la Svizzera sono soggette a grande incertezza, sottolinea comunque l'istituto di credito.
Le prospettive economiche elvetiche sembrano essere migliori di quelle di altre realtà: le esportazioni hanno ripreso a crescere in novembre (+4,8%) dopo due mesi di ribassi consecutivi. Aumentate anche le importazioni del 4,2%. Lo ha fatto sapere giovedì l’Amministrazione federale: la bilancia commerciale ha raggiunto un saldo positivo di 3,1 miliardi di franchi.
Notiziario 10.00 del 17.12.20 - PIL e export
RSI 17.12.2020, 12:10
Contenuto audio
Banca Nazione non cambia strategia
Telegiornale 17.12.2020, 13:30