Credit Suisse, come preannunciato la scorsa settimana, ha iniziato il 2022 nelle cifre rosse. La seconda banca svizzera ha fatto registrare una perdita di 273 milioni di franchi nei primi tre mesi dell'anno, ancora più importante dei 231 milioni del primo trimestre del 2021.
Le entrate sono diminuite del 42%, a 4,41 miliardi di franchi, mentre i costi d’esercizio sono aumentati del 25% a 4,95 miliardi, a causa in particolare degli accantonamenti per i rischi legali. Sul risultato hanno pesato anche la guerra in Ucraina, per 200 milioni, così come la partecipazione in Allfunds, per 350 milioni. Perdite in parte compensate dal rilascio di accantonamenti relativi ad Archegos per 170 milioni e da ricavi immobiliari per 160 milioni.
Partenze ai vertici
La banca ha annunciato anche una serie di partenze ai vertici dell’istituto. Il direttore finanziario, David Mathers, dopo 11 anni lascerà il suo posto quando sarà trovato un successore. Il direttore giuridico, Romeo Cerutti, sarà sostituito dal primo luglio da Markus Diethelm, che ha occupato la stessa posizione a UBS dal 2014 al 2021. Francesca McDonagh prenderà il posto di Francesco De Ferrari alla guida della regione Europa, Medio Oriente e Africa dal primo ottobre, mentre Edwin Low sostituirà Helman Sitohang dal primo giugno alla guida della regione Pacifico.