Il barile di petrolio ha chiuso in rialzo del 2,2% a 52,61 dollari la giornata di contrattazioni a New York, dopo aver superato in corso di seduta anche i 54 dollari. Il Brent ha invece scollinato quota 60, toccando i 61,67 dollari. Questo dopo che l''OPEC (l'organizzazione dei paesi produttori) ha rotto l'impasse sui tagli alla produzione di greggio, provocando una fiammata sui mercati.
L'intesa fra la Russia e l'Arabia Saudita, al costo, per quest'ultima, di scontentare Donald Trump, è arrivata a sorpresa venerdì, dopo che la vigilia la debolezza del cartello petrolifero era stata messa a nudo dal nulla di fatto di due giorni di difficili negoziati.
I delegati riuniti a Vienna hanno annunciato una riduzione di 1,2 milioni di barili al giorno, un ammontare superiore a quanto previsto dagli analisti, molti dei quali erano scettici sull'accordo date le pressioni dell'amministrazione americana. Solo due giorni fa Trump aveva twittato che "il mondo non vuole vedere, e non ha bisogno, di prezzi petroliferi più alti".