L'ex numero uno di UBS e di Credit Suisse Oswald Grübel critica il crescente potere detenuto dalle banche centrali: con i tassi di interesse negativi, i bilanci gonfiati e l'imposizione di ricorrere a crediti si trovano per le mani delle “pericolose armi di distruzione di massa".
Dopo la crisi finanziaria, rileva altresì Grübel in un’intervista al domenicale SonntagsBlick, la politica ha assunto il potere e "ha imprigionato le banche con tutta una serie di norme", dando, invece, agli istituti centrali il compito di decidere come devono andare le cose a livello economico. Mentre prima il rischio era distribuito tra molti istituti, oggi è lo Stato a farsene sempre più carico.
Dal 2008 le regole per le banche sono state considerevolmente inasprite: molti grossi istituti sono stati allora salvati con fondi statali (in Svizzera è stato il caso per UBS) perché i governi temevano che un loro fallimento avrebbe danneggiato gravemente l'economia del Paese. L'ex banchiere non risparmia neppure gli istituti di credito: "senza profitti non vanno versati bonus, ma ci sono manager che hanno ricevuto 10 milioni di franchi anche a fronte di conti in rosso”.
ATS/Swing