Swatch si trova sotto pressione in borsa, dopo la modifica dell'indice SMI annunciata mercoledì sera e che avrà effetto a partire dal 20 settembre. I titoli del colosso orologiero bernese saranno sostituiti da quelli di Logitech, produttore svizzero-americano di mouse, tastiere e webcam.
In Svizzera l'SMI comprende (dal 2007) un numero fisso di 20 titoli, stabiliti sulla base di un calcolo che tiene conto della capitalizzazione e di quanto essi siano liquidi. Il presidente della direzione di Swatch Nick Hayek, che in passato non ha mancato di criticare anche aspramente il mondo borsistico, ha sempre reagito senza scomporsi alla prospettiva di un'uscita dall'SMI, considerato comunque pur sempre una sorta di vetrina che aumenta la visibilità a livello internazionale. Al contrario, l'imprenditore noto per il suo rapporto non sempre idilliaco con il mondo della finanza aveva anche valutato uno scenario di abbandono completo dalla borsa, poi non ulteriormente approfondito.
In calo dopo la ripresa
L'azione Swatch nella mattinata ha perso quasi il 4% sul mercato di Zurigo, un movimento atteso e che potrebbe proseguire nelle prossime settimane, considerato che molti investitori e amministratori di fondi si orientano sui componenti degli indici. Dall'inizio di giugno il corso di Swatch è sceso di circa il 10%, mentre sull'arco dei dodici mesi si è assistito a una progressione del 60% (dopo il tonfo per la crisi del coronavirus), inferiore però a quella dell'80% di cui ha beneficiato il concorrente Richemont.
Sorride Logitech
Come spesso accade in borsa quando c'è chi piange c'è anche chi sorride: a rallegrarsi sono i detentori di valori Logitech, arrivati a guadagnare oltre l'1% in un mercato in generale negativo. Il titolo è stato scambiato a circa 117 franchi, non lontano quindi dal massimo di sempre di quasi 125 franchi stabilito a inizio giugno. Quando l'attuale Ceo Bracken Darrell è diventato presidente della direzione dell'azienda, nel 2013, l'azione della società valeva 7 franchi e ancora nel marzo 2020 era scambiata a 29 franchi. Poi è arrivato il confinamento, il telelavoro e la scuola a distanza: milioni di consumatori mondiali si sono precipitati sui prodotti venduti - attraverso vari marchi - dal gruppo, che ha visto fatturato e utili salire alle stelle.