L'oscillazione del pendolo globale verso politiche più protezionistiche è stata una spiacevole sorpresa per la maggior parte dei leader mondiali e dei dirigenti aziendali. Ecco perché l'infografica pubblicata di recente da HowMuch.net (ripresa da Visual Capitalist) mostra i maggiori importatori mondiali nel 2017, secondo i dati pubblicati dall'Organizzazione Mondiale del Commercio, portando in primo piano il tema.
Gli aumenti tariffari sono contrastati – di frequente – da misure di ritorsione. Questo può spesso tradursi in una minore crescita economica. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti sottolinea come, durante il periodo 1929-1934, il commercio mondiale sia diminuito del 66%, in gran parte a causa delle guerre commerciali.
Gli ostacoli internazionali al commercio – proprio per questo – erano in calo da decenni, ovviamente fino a oggi. La classifica, di cui sopra riportiamo una particolare mappa (clicca qui per aprirla in una nuova finestra), vede gli Stati Uniti al primo posto con 2'409 miliardi di dollari di importazioni nel 2017, il 13,4% del totale globale. Vale la pena ricordare che questo è 860 miliardi di dollari in più rispetto alle esportazioni del paese nel 2017.
La Cina e la Germania si collocano, rispettivamente, al secondo e al terzo posto, con 1'842 miliardi di dollari (10,2% del totale globale) di importazioni per la Cina e 1'167 miliardi di dollari (6,5% del totale) per la più grande economia europea. Dopo i tre grandi, nessun altro paese ha un numero superiore al 5% delle importazioni globali, ma Giappone, Regno Unito, Francia, Hong Kong (Cina) e Paesi Bassi superano tutti la soglia del 3%.
px