In estate molti calciatori, imitando Cristiano Ronaldo che era stato l’apripista, si sono trasferiti in Arabia Saudita, con contratti milionari e pluriennali. Adesso, dopo solo alcuni mesi dall’avvio del campionato arabo, alcuni di loro sono già stufi e vorrebbero tornare in Europa. Difficoltà di ambientamento e mancanza di stimoli, dicono.
“Ci sono i cosiddetti “mal di pancia” dovuti alla difficoltà di adattarsi a una società con usi e abitudini diverse. A Riad non è possibile condurre lo stile di vita da multimilionari al quale questi calciatori era abituati”, spiega Marco Bellinazzo, giornalista del Sole 24.
I soldi sono tanti, ma il cambio culturale spesso è talmente grande che questi calciatori sarebbero disposti a rinunciare ai lauti ingaggi, pur di tornare a casa. Esistono possibilità concrete di poter tornare nei campionati europei visti i contratti milionari e pluriennali che hanno? “Parliamo comunque di giocatori che hanno una certa età, spesso hanno infatti superato i 30 anni. E dunque sicuramente non sono ricollocabili con gli ingaggi che sono garantiti in Arabia Saudita. E dunque è anche difficile che possano sciogliere questi accordi e trovare una collocazione in Europa altrettanto redditizia”, aggiunge Bellinazzo.
L’Arabia Saudita comunque non ha nessuna intenzione di smantellare il suo campionato, che ha appena rilanciato. Inoltre, il suo è un progetto a lungo termine, il cui culmine sarà rappresentato dai mondiali di calcio previsti per il 2034. “E non saranno certo alcuni “mal di pancia” a bloccare questo programma”. È una gabbia dorata dalla quale non è semplice fuggire, anche per colpa di clausole inserite nei contratti milionari che i calciatori si sono impegnati ad accettare dinnanzi a cifre folli.