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“Proibito sparare su chi alza bandiera bianca”

L’esercito israeliano fa mea culpa per l’uccisione dei tre ostaggi, mentre monta la rabbia tra le famiglie dei 120 ancora nelle mani di Hamas

  • 16 dicembre 2023, 19:08
  • 16 dicembre 2023, 21:05
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La protesta a Tel Aviv dopo la morte dei tre ostaggi

  • Reuters
Di: SEIDISERA/RSI Info

Impugnavano un bastone con una bandiera bianca. Ma nonostante ciò sono stati scambiati per dei militanti di Hamas. Dopo la tragica morte dei tre ostaggi uccisi venerdì per errore dai soldati israeliani, sabato è stata la giornata della rabbia e delle proteste dei parenti contro il governo di Netanyahu.

Ma anche degli interrogativi. Ci si chiede come sia potuto accadere. “Quanto successo è abbastanza agghiacciante - spiega Francesca Caferri, collaboratrice della RSI da Israele -. Questi tre ragazzi sono riusciti a scappare, non avevano magliette addosso, e portavano un bastone con una bandiera bianca”. Non è bastato. “Due di loro sono stati uccisi immediatamente da un soldato israeliano, nonostante uno avesse i capelli rossi e la pelle molto chiara, e quindi difficilmente confondibile con un arabo”. Il terzo ostaggio, continua la giornalista, “si è rifugiato in un palazzo, ha chiesto di nuovo aiuto in ebraico, ma una squadra speciale dell’IDF (l’esercito israeliano, ndr) lo ha ucciso, nonostante - pare - l’ordine di un comandante di fermarsi. C’è un’inchiesta ancora in corso, ma l’esercito ha ammesso la propria responsabilità”.

L’esercito: “Proibito sparare a chi alza bandiera bianca”

“L’esercito ed io, come suo comandante, siamo responsabili” della morte dei tre ostaggi israeliani uccisi a Gaza. Lo ha ribadito sabato sera il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano Herzi Halevi aggiungendo che “è proibito sparare a chi alza bandiera bianca e chiede di arrendersi”. “Gli spari - ha continuato - sono avvenuti durante combattimenti e condizioni di stress”.

Le famiglie: “Non vogliamo recuperare cadaveri”

Le famiglie delle circa 120 persone tenute in ostaggio da Hamas nella Striscia di Gaza hanno chiesto sabato al governo israeliano di porre fine ai combattimenti e avviare negoziati per il loro rilascio. “Non vogliamo recuperare i cadaveri. Vogliamo che fermiate la guerra e iniziate i negoziati”, ha dichiarato Noam Perry, figlia di un israeliano prigioniero a Gaza, durante un incontro di famiglie a Tel Aviv.

Sempre di sabato è la notizia che un altro ostaggio è morto in prigionia a Gaza. I media riportano che i familiari sono stati informati del decesso di Inbar Haiman, 27 anni, rapita il 7 ottobre alla festa musicale di Reim.

Parlano i parenti degli ostaggi

Telegiornale 16.12.2023, 20:00

Una nuova manifestazione in serata

Ma non c’è solo la rabbia delle famiglie in questo momento. “È importante dire che gli Stati Uniti - continua Caferri - stanno facendo molta pressione affinché Netanyahu cambi strategia. Quindi la morte di questi tre giovani in questo momento può avere un significativo impatto”.

A Tel Aviv sabato sera ci sarà una grande manifestazione in cui parleranno anche gli ostaggi liberati. Cosa attendersi? “Ci si aspetta che i toni siano molto duri contro il governo - dice la giornalista da Israele -. A parlare saranno persone che da quando sono uscite da questa detenzione non si sono mai fermate un attimo. Chiedono che la possibilità di uscire vivi da Gaza sia data a tutti gli ostaggi. Quindi il messaggio che uscirà questa sera sarà sicuramente ‘Tutti e subito’”.

Ma in serata dovrebbe parlare anche il primo ministro Benjamin Netanyahu di cui è attesa una conferenza stampa.

SEIDISERA del 16.12.23, da Israele Francesca Caferri 

RSI Mondo 16.12.2023, 19:07

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