Sono passati cinque giorni dalla pioggia di missili e droni, per la quasi totalità abbattuti, che l’Iran ha lanciato su Israele. Di rimando Stati Uniti e Regno Unito hanno annunciato nuove sanzioni contro Teheran. Sanzioni mirate per contrastare la produzione di armi a distanza sembrano imminenti anche da parte di Unione europea e G7.
Come reagirà il regime iraniano? La RSI lo ha chiesto a Pejman Abdolmohammadi, professore di relazioni internazionali del Medio Oriente all’Università di Trento. “Sicuramente la situazione è molto critica e siamo di fronte a una forte escalation - afferma l’esperto -. Queste sanzioni non sono così importanti, ricordiamoci che gli Stati Uniti un po’ di mesi fa hanno dato 6 miliardi di dollari all’Iran. La reazione di Tehran sarà sempre più dura, perché in questo momento la Repubblica islamica si è messa in gioco pienamente e da sola, contrattaccando contro Israele e reagendo a un attacco fatto da Tel Aviv al consolato iraniano in territorio siriano”.
Secondo lei, quindi, le sanzioni non serviranno ad attenuare l’eventuale nuova risposta di Israele?
“Assolutamente no, ormai quella degli Stati Uniti e di alcuni membri del G7 è una élite che in precedenza ha fallito per miopia, quando lo scorso anno la società iraniana si è ribellata per le libertà. Allora gli USA non hanno aiutato il vero alleato della liberal-democrazia, la società iraniana, appunto, che la pensa in maniera molto differente dal regime ed è molto più vicina ad Israele che alla Palestina. In quel momento c’è stato il fallimento, gli attuali accorgimenti non fermeranno Israele da fare una reazione dura”.
Le sanzioni, quindi, sarebbero improvvide ora?
“Certamente, sono tardive. E la colpa non è solo dell’Occidente. Il mondo liberaldemocratico ha lasciato molti spazi agli autoritarismi e ai totalitarismi. Dalla Cina alla Russia, ai Paesi arabi del Golfo persico, alla Repubblica islamica dell’Iran. Uno dei grandi alleati sono questi giovani, le donne, la società iraniana più laica e liberale. E noi, lo scorso anno, li abbiamo lasciati soli. Oggi, queste sanzioni non credo colgano veramente nel segno. Abbiamo bisogno di nuovi equilibri di potenza internazionali e di cambiare la partita per fermare una possibile guerra mondiale”.
Ci troviamo comunque di fronte a minacce evidenti, tanto che ieri il regime di Teheran ha minacciato di utilizzare un’arma mai impiegata prima. Quanto fa paura l’arma nucleare nelle mani dell’Iran?
“In questo momento non ci sono più cattivi e buoni. Paura ce l’hanno tutti, perché siamo di fronte ad un’anarchia internazionale. La Turchia di Erdogan attacca la Siria e l’Iraq con la scusa che ci sono i curdi; Israele attacca ogni tanto Damasco, violando la Siria per deterrenza; gli Hezbollah colpiscono Israele; l’Iran attacca il Pakistan e viceversa. Quindi questi Stati che violano il diritto internazionale sono tutti pericolosi. Dobbiamo rivedere l’ordine internazionale e, ahimè, è un po’ tardi per una miopia di Biden”.
Un’ultima domanda, le sanzioni prendono di mira la produzione di missili e droni e vorrebbero colpire anche l’export del petrolio, su quest’ultimo punto l’Europa sembra un po’ più attendista. È per puro calcolo?
“Questo genere di sanzioni potrebbero avere un effetto sui prezzi che già sono alti in Europa. Chiaramente questi sono accorgimenti limitanti che Israele non prenderà in considerazione. Sono tardivi. Biden è un po’ come Jimmy Carter, sta entrando nella sua trappola e questo è pericoloso per tutto l’equilibrio mondiale”.