Occhi puntati su Atene, oggi, martedì 28 luglio. Là gli inviati di Unione Europea, Banca centrale europea (BCE) e Fondo monetario internazionale (FMI) discuteranno, con il Governo greco, i passi da compiere e le misure da adottare per rimettere la Grecia in grado di ripartire. A Syros intanto, gli operai del cantiere navale Neorion proseguono il loro sciopero che dura ormai da più di cento giorni. Obiettivo: salvare la loro seconda casa, quell'azienda che per quest'isola della Grecia occidentale, incuneata tra Míkonos e Kythnos, è, da sempre, un fiore all'occhiello.
Ed è qui, nel cuore del cantiere navale più antico della Grecia, che ci porta oggi Lef Dakalakis. Qui, sull'isola di Syros dove gli operai, da inizio anno, sopravvivono a fatica, con la metà dello stipendio; dove le ripercussioni della crisi si fanno sentire non solo a tavola o nella scarsità di beni materiali, ma anche nella vita familiare. Qui dove troviamo uomini che piangono, ma che non mollano. Nonostante tutto. Nonostante nessuno della Neorion - che intende svendere il cantiere - abbia voluto parlare ai microfoni della RSI. Uomini - Vangelis, Guglielmos, Lefteris e gli altri - che proseguono uniti nella protesta, per salvare ciò che è più di un lavoro. È una casa. È la vita.
SYROS, GRECIA IN MINIATURA – DI LEF DAKALAKIS
RSI Info 28.07.2015, 01:17
Red. MM
Il nostro dossier: Grecia, la storia infinita