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A Gaza pazienti “senza privacy né igiene”

La guerra ha esacerbato la necessità di interventi medici e ha reso più difficile l’accesso alle cure - La testimonianza

  • 21 aprile, 21:59
  • 21 aprile, 21:59

Il lavoro dei fisioterapisti a Gaza

Telegiornale 21.04.2024, 20:00

Di: TG/Natda

Fratture, amputazioni, e handicap permanenti: questi sono solo alcuni degli impatti devastanti della guerra, impatti che la fisioterapista italiana Maria Marelli ha affrontato durante la sua recente missione nella striscia di Gaza. Esperta nel gestire situazioni di crisi, Marelli ha portato le sue competenze nella regione per offrire sostegno vitale in una delle situazioni umanitarie più difficili al mondo.

“Nella striscia di Gaza la situazione è tragica”, racconta Marelli ai microfoni di RSI, presso la sede di Handicap International a Ginevra. “Ci sono principalmente due gruppi di pazienti: quelli che hanno subito ferite dirette a causa del conflitto, come lesioni gravi o amputazioni a seguito del crollo degli edifici, e quelli che avevano già bisogno di cure fisioterapiche regolari prima della guerra, come persone con disabilità permanenti o bambini affetti da paralisi cerebrale”.

La guerra non solo ha esacerbato la necessità di interventi fisioterapici, ma ha anche reso l’accesso alle cure più difficile. Marelli descrive come i fisioterapisti locali, nonostante la loro dedizione, affrontino enormi sfide, dalla mancanza di sonno in condizioni precarie alla scarsità di attrezzature essenziali come stampelle, deambulatori e sedie a rotelle. “Lavoriamo in condizioni dove spesso il paziente è sdraiato su un pavimento sporco, senza la possibilità di mantenere un’igiene adeguata, e dove manca la privacy necessaria per spiegare trattamenti e terapie”, aggiunge Marelli.

Questa mancanza di risorse è aggravata dal costante pericolo. “Il senso di paura è onnipresente”, ammette Marelli. “Chi dice di non averne, probabilmente non comprende appieno i rischi”.

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