Il tanto atteso e discusso accordo preliminare tra Stati Uniti e talebani, per giungere a una pace tra le parti in Afghanistan, è arrivato. Nella giornata di sabato, il segretario di Stato statunitense Mike Pompeo si è presentato a Doha per assistere alla firma tra il negoziatore di Washington Zalmay Khalizad e il leader politico talebano Abdul Ghani Baradar. Il conflitto, ricordiamo, era iniziato nel 2001, quando gli USA dichiararono guerra all'Afghanistan dopo l'attacco terroristico che fece crollare le Torri Gemelle.
L'intesa, raggiunta dopo una settimana di "riduzione della violenza", prevede il ritiro delle 13'000 truppe a stelle e strisce presenti sul suolo afghano entro 14 mesi, se i talebani rispetteranno i loro impegni a interrompere gli attacchi terroristici e avviare dei negoziati di pace con il Governo di Kabul, con il quale si sono finora rifiutati di trattare.
L'accordo, secondo l'esperto Emanuele Giordana, sembra essere un win-win, seppur con delle rinunce da entrambe le parti: "Sicuramente vincono gli americani, anche se è una vittoria debole rispetto a quello che voleva Donald Trump. Vincono anche, e forse ancor di più, i talebani, che però hanno dovuto fare molte concessioni".
Quello che i talebani sembrano però aver ottenuto è un riconoscimento politico: "Sono visti come una forza politica, che potrà concorrere alle elezioni". Il ruolo che avranno entro i confini nazionali, è ancora difficile da stabilire: "Cosa pensano è difficile da sapere, ma hanno capito che se vogliono tornare a governare devono scendere a compromessi. Non a caso è in corso una sorta di reinterpretazione modernista dei dettami dell'Islam".
Usa-Talebani, firmato lo storico accordo
Telegiornale 29.02.2020, 21:00