Ieri è stata la volta del Sudafrica, oggi (venerdì) sono i rappresentanti di Israele a prendere la parola davanti ai giudici della Corte internazionale di giustizia dell’Aia. Devono rispondere alle accuse di genocidio, che Pretoria rivolge loro in relazione alla rappresaglia su Gaza per gli attacchi di Hamas del 7 ottobre. I morti nella Striscia sono oltre 23’000 e la Corte “dispone di 13 settimane di prove” di un “modello di comportamento” che “mira alla distruzione delle vite dei palestinesi”, hanno dichiarato i rappresentanti sudafricani nel corso del primo di due giorni di udienza.
RG 07.00 del 12.01.2024 La corrispondenza di Michele Giorgio
RSI Info 12.01.2024, 07:54
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A differenza di quanto ha più volte fatto in passato nei confronti di tribunali e inchieste internazionali, Israele ha deciso di non boicottare il giudizio e ha inviato un team legale. Le accuse suscitano incomprensione nella politica e in buona parte della società civile israeliana. “È un mondo al contrario”, ha dichiarato il premier Benyamin Netanyahu. Le autorità israeliane affermano che quello esercitato è un “diritto all’autodifesa”, il presidente Isaac Herzog ha definito le accuse “assurde”. Tel Aviv gode dell’appoggio degli Stati Uniti. Il portavoce della sicurezza nazionale John Kirby ha parlato di “affermazioni infondate”.
RG 07.00 del 12.01.2024 Europa spaccata sul conflitto israelo-palestinese. La corrispondenza di Andrea Ostinelli
RSI Info 12.01.2024, 07:57
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Il Sudafrica - che respinge a sua volta le accuse di farsi strumento di Hamas - ha una storia recente di rapporti tesi con Israele e ha interrotto le relazioni diplomatiche bilaterali dopo l’attacco alla Striscia. Paragona la situazione nei Territori occupati con l’Apartheid del suo recente passato e i suoi rappresentanti hanno insistito giovedì all’Aia che “la violenza e la distruzione non sono cominciate” tre mesi fa, ma che “i palestinesi hanno subito una sistematica oppressione per 76 anni”.
L’accusa sudafricana è tanto più significativa perché l’Olocausto degli ebrei ha avuto un ruolo essenziale sia nella nascita dello Stato di Israele che nella stesura nel 1948 della Convenzione dell’ONU contro il genocidio che ora il Paese è accusato di violare.
Israele accusato di genocidio
Telegiornale 11.01.2024, 12:30
La causa intentata da Pretoria chiede che venga ordinata in modo urgente una sospensione delle operazioni militari e una decisione in proposito potrebbe arrivare nel giro di qualche settimana, mentre l’esame di dettaglio del caso richiederà più probabilmente anni. Le decisioni della Corte sono giuridicamente vincolanti e senza appello, ma l’organismo non ha mezzi per imporne l’applicazione. Non è chiaro quindi se Israele si atterrebbe a quanto stabilito dai giudici. Si esporrebbe a sanzioni da parte dell’ONU, che sarebbero però bloccate da un eventuale veto dell’alleato statunitense. Quello che resterebbe, in ogni caso, è il danno di immagine.
Nel marzo del 2022, la Corte aveva ordinato alla Russia di mettere fine all’invasione dell’Ucraina, un’ingiunzione che Mosca ha ignorato. In passato non ha invece mai giudicato un Paese responsabile di genocidio. Al massimo, nel 2007, aveva dichiarato che la Serbia aveva “violato i suoi obblighi nel prevenire un genocidio”, con riferimento al massacro di 8’000 musulmani bosniaci a Srebrenica nel 1995.
La questione israelo-palestinese tornerà poi all’esame della Corte in febbraio, con udienze su una richiesta da parte dell’ONU di un parere sulla legalità delle politiche israeliane a Gerusalemme Est e in Cisgiordania.