Israele viola la Convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio: è l’accusa che il Sudafrica ha formulato questo giovedì mattina all’Aia davanti alla Corte internazionale di giustizia. “Nessun attacco armato sul territorio di uno Stato, per quanto grave (...) può giustificare una violazione” di questo testo e “la risposta israeliana a Gaza ha superato questa linea”, ha argomentato Pretoria, ricordando il massacro perpetrato da Hamas il 7 ottobre (1’140 morti).
I rappresentanti sudafricani in aula
Secondo il Sudafrica, l’offensiva lanciata dallo Stato ebraico nella Striscia con lo scopo di distruggere il movimento islamico, con bombardamenti dal cielo e un’occupazione terrestre che hanno già causato oltre 23’000 morti fra la popolazione locale, in grande maggioranza donne, bambini e adolescenti, “mira alla distruzione delle vite dei palestinesi” e li spinge “sull’orlo della carestia”. Tanto che gli esperti prevedono che le vittime della catastrofe umanitaria potrebbero essere più numerose di quelle dirette del conflitto, ha affermato Adila Hassim, la rappresentante sudafricana.
“La Corte dispone di 13 settimane di prove”
“I genocidi”, ha proseguito, “non sono mai dichiarati in anticipo” ma i quindici giudici “dispongono di 13 settimane di prove che dimostrano incontestabilmente un modello di comportamento”.
L’istanza che era stata presentata da Pretoria lo scorso 29 dicembre viene discussa oggi e domani in due udienze pubbliche, la prima incentrate sulle dichiarazioni dell’accusa e la seconda su quelle della difesa. Lo Stato ebraico ha deciso di non boicottare le udienze e di presentare quello che ritiene un caso di “legittima difesa”, secondo le parole del suo presidente Isaac Herzog, che ha definito le accuse “atroci e assurde”.
Manifestanti pro-palestinesi sorvegliati dalla polizia fuori dalla sede della Corte
“Non parliamo a nome di Hamas, quella è un’accusa priva di fondamento. Parliamo a nome dei palestinesi - bambini, donne e anziani - che vengono uccisi a Gaza”, ha dichiarato invece davanti alla stampa il ministro della giustizia sudafricano, Ronald Lamola.
Sentenze vincolanti ma nessun potere per farle applicare
Trattandosi di una procedura d’urgenza, che il Sudafrica in quanto Paese cofirmatario aveva il diritto di intentare, la decisione potrebbe cadere già nelle prossime settimane. La Corte potrebbe - come richiesto da Pretoria - imporre a Israele di cessare i suoi attacchi. Le sue decisioni sono giuridicamente vincolanti e senza appello. Tuttavia l’organismo con sede in Olanda non ha mezzi per imporne l’applicazione. Nel marzo del 2022, aveva ordinato alla Russia di mettere fine all’invasione dell’Ucraina, un’ingiunzione che Mosca ha ignorato.
Il Sudafrica è storicamente solidale con l’ambizione palestinese all’autodeterminazione e ha rapporti tesi con Israele. Per protesta contro gli attacchi su Gaza, a fine novembre ha temporaneamente interrotto le relazioni diplomatiche con Tel Aviv.
La Convenzione dell’ONU sul genocidio risale al 1948, dopo l’Olocausto. Israele l’ha ratificata nel 1950. L’azione sudafricana gode dell’appoggio del Brasile, secondo quanto ha riferito oggi il Ministero degli esteri di Brasilia. Dal canto suo, il Cile ha manifestato l’intenzione di chiedere un’indagine sull’operato israeliano alla Corte penale internazionale.
Un medico a Gaza
RSI Info 22.12.2023, 18:00
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