Gli investigatori tedeschi "hanno sottovalutato il rischio" proveniente da Amri, nonostante si fossero "occupati di lui in diverse riunioni per almeno 13 mesi". Questo è quanto scrive la Süddeutsche Zeitung in uscita domani, mercoledì, citando documenti delle autorità di sicurezza.
Nel luglio 2016, un gruppo di lavoro valutò la possibilità di una sua espulsione immediata sulla base di "una previsione reale di imminente pericolo per la Repubblica federale", concludendo però che non vi era alcuna grave situazione di minaccia utilizzabile in giudizio.
Nell'ambito delle indagini, sono state effettuate oggi, martedì, due perquisizioni ma non vi sono notizie di eventuali fermi o arresti. La prima in un alloggio del centro profughi di Berlino appartenente a un tunisino di 26 anni che conoscerebbe Amri dalla fine del 2015. L'uomo è sospettato di aver saputo dei suoi piani e, forse, di averlo aiutato. La seconda, invece, è stata effettuata in un appartamento dove avrebbe soggiornato un ex coinquilino dell’attentatore, che potrebbe essere stato in contatto con lui fino a poco prima del fatto.
ANSA/AnP