L’annessione alla Russia delle regioni di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhia è uno strumento in più nelle mani de presidente russo Vladimir Putin per usare, eventualmente, l’arma nucleare nell’ambito della guerra in Ucraina. Lo afferma ai microfoni del Telegiornale il generale in quiescenza Luigi Chiapperini, già comandante NATO in Afghanistan.
L’eventualità di usare un ordigno atomico, infatti, è contenuta nella dottrina militare russa. “Due anni fa il presidente Putin ha diramato una direttiva con la quale ha chiarito quali possano essere le situazioni che possono portare all’impiego di armi nucleari. – spiega Chiapperini – Tra queste ci sono: l’informazione in merito a un attacco imminente con armi balistiche atomiche da parte di potenze straniere; un attacco in atto con armi non convenzionali oppure l’attacco contro punti vitali della Federazione Russa.
C’è poi un ultimo punto, particolarmente interessante: si parla anche di attacco contro il territorio russo; in questo caso esiste la possibilità si usare armi nucleari”. In questo frangente, ricorda il generale, “c’è la discussione che è nata in merito a quale tipo di armi atomiche potrebbe essere impiegato”, riferendosi alla contrapposizione tra armi nucleari tattiche (con un raggio d’azione più limitato, ndr.) e strategiche, estremamente potenti e dal vastissimo raggio d’azione.
La dottrina russa in merito all’impiego di armi nucleari, si riferisce anche a non meglio precisati “interessi vitali e di sicurezza minacciati”. Una frase dalle mille interpretazioni che, secondo l’esperto, “può riferirsi un po’ a tutto”. Anche alle recenti annessioni di vaste aree di territorio ucraino. “Per avere in mano un ulteriore strumento che giustifichi un eventuale uso di testate atomiche, Putin ha organizzato questi referendum farsa e annesso questi territori alla Russia”, continua il generale, riferendosi al fatto che le controffensive contro questi territori verrebbero ora valutate dal Cremlino come attacchi diretti alla Federazione.
"Esistono anche le electromagnetic bomb"
Quale attacco, quindi, potrebbe sferrare Putin? In questo caso, continua Chiapperini si entra nel campo delle supposizioni: “Un tipo di attacco potrebbe essere quello di rilasciare in qualche area, disabitata o non, o nel Mar Nero, un’arma nucleare tattica (fino a 20 chilotoni, ndr.) per dare il segnale che Mosca non sta bleffando”. Tuttavia, ci sono altre tipologie di armi nucleari: “Non esiste solo l’arma atomica che produce il classico fungo atomico e che quindi ha conseguenze sia immediate di distruzione a causa dell’effetto dirompente dell’arma, sia radiologiche immediate e successive anche per un raggio di centinaia di chilometri di radiazioni”.
Esistono anche altre bombe, sottolinea l'ex comandante NATO in Afghanistan: “In particolare le electromagnetic bomb, che non verrebbero fatte esplodere vicino alla superficie terrestre, ma molto più in alto, senza causare distruzioni visibili di edifici o altro, ma che con il suo fortissimo impulso elettromagnetico immediato distruggerebbe qualsiasi strumentazione elettronica presente nel suo raggio d’azione”.
L’eventuale risposta della NATO
In caso di attacco atomico, Stati Uniti e l’intera NATO hanno promesso una risposta immediata. Una replica che, tuttavia, “sembrerebbe non debba essere necessariamente nucleare, poiché il rischio ê quello di provocare una escalation che porti realmente a una guerra nucleare, ma a una risposta di tipo convenzionale decisa e molto forte, volta a distruggere tutto ciò che di russo è attualmente presente in territorio ucraino”.
L’eventuale utilizzo di armi nucleari farebbe cadere un tabù. “Parliamoci chiaro, un’arma nucleare di tipo tattico ha all’incirca la stessa potenza delle più potenti armi convenzionali, ma il solo fatto di impiegare un’arma nucleare rischierebbe di provocare una escalation, portando all’impiego di armi sempre più potenti con conseguenze per tutto il mondo”, conclude il generale.
Putin starebbe preparando le sue forze armate per compiere un test nucleare ai confini dell'Ucraina. È quanto si legge sul britannico Times che cita un'informativa inviata dalla Nato agli Stati membri. Si tratta di un rapporto dell'intelligence in cui si avverte di possibili azioni di Mosca fra cui quella di testare il drone sottomarino Poseidon equipaggiato con una testata atomica. E secondo altre fonti, un treno militare russo della divisione nucleare sarebbe partito in direzione dell'Ucraina: l'unità è responsabile delle munizioni nucleari, del loro stoccaggio e manutenzione, stando all'analista basato in Polonia Konrad Muzyka.
Tuttavia, un altro funzionario della difesa occidentale, citato coperto da anonimato dalle agenzie di stampa, ha dichiarato: "Non abbiamo nessuna indicazione che le forze armate russe stiano mobilitando mezzi o personale connessi al loro arsenale nucleare: tutto al momento è nella norma".