Liz Magill, 57enne rettrice dell’Università della Pennsylvania, ha rassegnato le dimissioni dopo la bufera scatenatasi in seguito alla sua audizione al Congresso statunitense, dove era stata interrogata sulle politiche dell’ateneo volte a proteggere gli studenti di religione ebraica di fronte a eventi percepiti come antisemiti nelle ultime settimane, già prima ma soprattutto dopo lo scoppio del conflitto fra Israele e Hamas. Ripetutamente Magill aveva risposto evasivamente alla domanda se gli appelli al genocidio degli ebrei violassero o meno il codice di condotta interno.
Magill - in carica da due anni - resterà membro della facoltà di legge dell’istituto, che appartiene alla prestigiosa Ivy League. Con lei nel mirino erano finite per il medesimo motivo anche le sue colleghe di Harvard e Massachusetts Institute of Technology (noto con la sigla MIT), Claudine Gay e Sally Kornbluth. Queste ultime rimangono per ora in carica, malgrado l’appello ad andarsene rivolto loro in una lettera da 72 parlamentari repubblicani e da due democratici. Kornbluth ha ricevuto per altro pieno sostegno dal “board” della sua università.
Per le università sono diventati a rischio anche ingenti fondi: il magnate Ross Stevens ha per esempio minacciato di ritirare a UPenn una donazione di 100 milioni di dollari se Magill fosse rimasta in carica
Numerose università statunitensi sono diventate teatro dal 7 ottobre di manifestazioni in favore della causa palestinese (ma anche di segno opposto) sfociate pure in episodi di antisemitismo e islamofobia. Un coro ripetuto regolarmente nell’ateneo della Pennsylvania - spiega l’agenzia AP - recita “Israele, ti accusiamo di genocidio”.
Le tensioni hanno causato la reazione dell’influente lobby ebraica e di parte del mondo conservatore, che hanno invitato al boicottaggio degli atenei “liberal” che accusano di tollerare propaganda nascondendosi dietro al principio della libertà di espressione.
RG 12.30 del 09.12.23 - La corrispondenza di Andrea Vosti
RSI Info 09.12.2023, 23:43