L'ultimo atto della Rivoluzione di velluto: uno tsunami politico in un’Armenia che sogna la democrazia e dove la popolazione è chiamata questa domenica alle urne in occasione delle elezioni legislative anticipate, indette dal premier riformatore Nikol Pashinyan, che spera ottenere così la maggioranza dei voti e rafforzare il suo potere, a pochi mesi dal suo arrivo alla guida del Governo del paese caucasico.
Ex giornalista di 43 anni, Pashinyan è salito al potere lo scorso maggio, dopo aver condotto per settimane manifestazioni contro l’Esecutivo di allora, al potere a oltre un decennio. Il primo ministro, tuttavia, non ha la maggioranza in Parlamento, dominato tuttora dal Partito repubblicano dell’ex presidente Serzh Sarkisian.
E la speranza del cambiamento per la popolazione armena è incarnata proprio da Nikol Pashinyan che dopo essere stato nominato primo ministro a furor di popolo cerca ora il plebiscito. Sullo sfondo delle elezioni c’è però anche l’incognita Russia: Mosca è ostile alle rivoluzioni di piazza, anche se l’Armenia, diversamente dall’Ucraina, non pensa a svolte filo-occidentali.
Nei giorni scorsi Matteo Tacconi ha seguito per noi la campagna elettorale: