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Arrestato Matteo Messina Denaro

Il 60enne boss mafioso era latitante dal 1993 - È stato fermato dai carabinieri in una clinica privata di Palermo

  • 16 gennaio 2023, 09:30
  • 14 settembre 2023, 11:28

Notiziario 10.00 del 16.01.23: arrestato il boss Messina Denaro

RSI Info 16.01.2023, 11:04

  • CARABINIERI/ANSA
Di: Diem/ANSA-AlesS

Il mafioso siciliano Matteo Messina Denaro, l'ultimo boss di Cosa Nostra di "prima grandezza" ancora ricercato, è stato arrestato dai carabinieri dopo 30 anni di latitanza. L'inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido. La notizia è stata anticipata dall'ANSA. L'arresto è avvenuto nella clinica privata La Maddalena di Palermo dove si era recato per sottoporsi a cure oncologiche. Con lui è stato arrestato anche l'uomo che lo ha accompagnato in clinica. È accusato di favoreggiamento.

Denaro era stato operato un anno fa alla clinica Maddalena e da allora stava facendo delle terapie in day hospital, nella struttura, una delle più note di Palermo. Nel documento falso esibito ai sanitari c’era scritto il nome di Andrea Bonafede. Nel frattempo sono state perquisite le case del fratello e della sorella del boss mafioso.

Nato nel 1962, figlio di un vecchio capomafia della città del trapanese, storico alleato dei corleonesi di Totò Riina, era ricercato dall'estate del 1993, quando in una lettera scritta alla fidanzata, dopo le stragi mafiose di Roma, Milano e Firenze, annunciò l'inizio della sua vita da latitante.

Matteo Messina Denaro fotografato 30 anni fa e come dovrebbe essere oggi

Uno degli identikit diffusi (a sinistra una foto risalente a oltre trent'anni fa)

Matteo Messina Denaro, soprannominato "u’ siccu" (il magro), è stato condannato all'ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell'acido dopo quasi due anni di prigionia. È stato uno dei mandanti delle stragi del '92, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e degli attentati del '93 a Milano, Firenze e Roma. Per il suo arresto, negli anni, sono stati impegnati centinaia di uomini delle forze dell'ordine.

Matteo Messina Denaro in una delle rarissime immagini

Matteo Messina Denaro in una delle rarissime immagini

  • ansa

La sua è stata una delle latitanze più lunghe. Più di quella di Totò Riina che venne arrestato il 15 gennaio del 1993 dopo 23 anni di ricerche. Bernando Provenzano riuscì invece a sfuggire alle manette per 43 anni, fino all'11 aprile 2006 quando venne fermato a Montagna dei Cavalli.

Alle indagini su Matteo Messina Denaro collaborava anche la Svizzera. Già nel 2015 il Ministero pubblico della Confederazione aveva annunciato "un proprio procedimento penale" sul denaro che il boss avrebbe depositato tramite prestanome.

La soddisfazione del presidente e della premier

Un'indagine tradizionale

Alla cattura del boss Matteo Messina Denaro i magistrati palermitani e i carabinieri del Raggruppamento operativo speciale (Ros) sono arrivati con quella che si definisce una indagine tradizionale. Da almeno tre mesi gli inquirenti analizzavano le conversazioni dei familiari del capomafia intercettati. Spunti e battute di chi sa che è sotto controllo ma non può fare a meno di parlare, da cui è emerso che il padrino di Castelvetrano era gravemente malato, tanto da aver subito due interventi chirurgici. Uno per un cancro al fegato, l'altro per il morbo di Crohn. Una delle due operazioni peraltro era avvenuta in pieno Covid.

Sono partite da qui le indagini. I magistrati e i carabinieri hanno scandagliato le informazioni della centrale nazionale del ministero della Salute che conserva i dati sui malati oncologici.

Confrontando le informazioni captate con quelle scoperte gli inquirenti sono arrivati a certo un numero di pazienti. L'elenco si è ridotto sulla base dell'età, del sesso e della provenienza che, sapevano i pubblici ministeri, avrebbe dovuto avere il malato ricercato.

Alla fine tra i nomi sospetti c'era quello di Andrea Bonafede, nipote di un fedelissimo del boss, residente a Campobello di Mazara.

Dalle indagini però è emerso che il giorno dell'intervento Andrea Bonafede era da un'altra parte. Quindi il suo nome era stato usato da un altro paziente. Le indagini hanno poi confermato che lunedì mattina Messina Denaro, alias Bonafede, si sarebbe dovuto sottoporre alla chemioterapia. I carabinieri sono così andati in clinica. Messina Denaro è arrivato con il suo favoreggiatore a bordo di un'auto. Vedendo i militari ha fatto per allontanarsi, ma è stato bloccato.

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