Donald Trump e Vladimir Putin hanno adottato una dichiarazione congiunta sulla Siria in cui invitano tutti i belligeranti a prendere parte attiva nei colloqui di pace di Ginevra (la prossima sessione inizierà il 28 novembre). Lo ha reso noto sabato il Cremlino.
Il presidente americano e quello russo, che hanno approvato il documento a margine del vertice APEC in Vietnam, concordano sul fatto che non esiste una soluzione militare al conflitto in Siria e ribadiscono il loro impegno a mantenere intatta la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale del paese mediorientale.
Washington e Mosca, inoltre, si impegnano anche a proseguire gli sforzi congiunti per combattere l'autoproclamato Stato Islamico (IS) che però, proprio venerdì, in Siria ha lanciato una disperata controffensiva, riconquistando circa la metà di Boukamal, l'ultima città controllata dagli jihadisti.
Nonostante la dichiarazione che prevede una linea comune sulla Siria, l'atteso faccia a faccia Trump-Putin si è risolto solo in una stretta di mano e in uno scambio di convenevoli durante la "foto di famiglia" con tutti i leader del summit.
Irritazione del Cremlino
Di incontro formale, dunque, nemmeno l'ombra, nonostante settimane di preparazione dietro le quinte. Oramai sembrava fatta e al Cremlino davano per scontato il secondo incontro tra i due leader dopo il bilaterale di luglio al G20 di Amburgo. Invece all'ultimo momento e' stata la Casa Bianca a dare forfait, facendo irritare i responsabili moscoviti. Certo l'agenda del colloquio non era non facile da stilare, considerando i vari terreni di attrito: le indagini americane sulle interferenze russe, le nuove sanzioni americane verso Mosca, la "guerra dei diplomatici" (o delle spie) che rischia di finire fuori controllo, la decisione degli USA di far registrare la TV russa RT come "agente straniero".
Reuters/ATS/M. Ang.