Non c'è pace per le relazioni economiche tra l'UE e la Cina. Anzi. Ai contenziosi già aperti in diversi settori - come il 5G e gli investimenti diretti - ora è destinato ad aggiungersi un nuovo capitolo, quello delle auto elettriche. Le vetture di questo tipo prodotte nel Paese del Dragone, secondo il commissario per il mercato unico Thierry Breton, usufruiscono di agevolazioni tali da configurare quanto meno il sospetto di esercitare una concorrenza sleale se esportate verso i 27 Paesi dell'Unione.
Breton, a quanto si è appreso, guarda quindi molto favorevolmente alla possibilità di aprire già a luglio una procedura antidumping per raccogliere tutte le informazioni necessarie per arrivare, se necessario, a imporre dei dazi sulle importazioni di autoveicoli elettrici dalla Cina.
Una mossa fortemente voluta dalla Francia in difesa della sua industria automobilistica che però la Germania, da tempo presente sul mercato cinese con impianti produttivi dei suoi costruttori, potrebbe non vedere di buon occhio.
Ma in ogni caso è un nuovo segnale della forma che sta prendendo la nuova strategia per la sicurezza economica UE in corso di elaborazione a Bruxelles. Una strategia che potrebbe essere presentata dalla Commissione europea già la prossima settimana, ovvero pochi giorni prima della riunione del Consiglio europeo fissata per il 29 e 30 giugno.
Il dossier sul 5G
Da Bruxelles è partito anche un nuovo attacco alla Cina su un dossier aperto ormai da anni, quello della tecnologia 5G e delle aziende che operano in questo campo, in particolare Huawei e Zte. "Le decisioni prese da alcuni Stati di limitare o escludere completamente" queste due imprese "dalle loro reti 5G sono giustificate e in linea" con le raccomandazioni dell'Ue, ha sottolineato Breton. I due colossi, secondo il commissario UE, rappresentano "un grave rischio per la sicurezza" collettiva dell'Unione.
A distanza di tre anni dal primo allarme lanciato dall'UE a proposito della tecnologia cinese per il 5G, oggi i 27 hanno constatato che solo dieci di loro hanno utilizzato le prerogative ad essi riconosciute per limitare o escludere dai rispettivi mercati fornitori considerati ad alto rischio. Un'azione "troppo lenta", ha sottolineato Breton. Il quale ha poi annunciato che i rappresentanti dei 27 Paesi membri hanno concordato oggi all'unanimità di procedere più speditamente sulla strada tracciata.
"Siamo stati in grado di ridurre o eliminare le nostre dipendenze in altri settori come l'energia in tempi record. La situazione con il 5G non dovrebbe essere diversa", ha evidenziato ancora il politico francese. "Non possiamo permetterci di mantenere dipendenze critiche che potrebbero diventare un'arma contro i nostri interessi. Sarebbe un rischio troppo grave per la nostra sicurezza comune. Invito pertanto tutti i Paesi UE e gli operatori delle telecomunicazioni ad adottare le misure necessarie senza ulteriori indugi".
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