Si è spenta martedì anche l’ultima speranza per Silvio Berlusconi di presentarsi alle elezioni europee, essendo fallito il tentativo giocato in extremis da alcuni parlamentari e quasi quattromila cittadini italiani di imporre all'Italia, attraverso la Corte europea dei diritti dell'uomo, l'attuazione immediata di misure che potessero permettere all’ex Cavaliere di candidarsi per un seggio al Parlamento europeo.
La Corte di Strasburgo ha infatti rifiutato nel pomeriggio la richiesta, inviata via fax nella mattinata dall'avvocato Ana Palacio, di applicare la cosiddetta “regola 39” nei confronti dell'Italia in nome del diritto dei cittadini che è sancito dalla Convenzione europea ad avere libere elezioni. E, di conseguenza, l’opportunità di scegliere per chi votare.
La “regola 39” è infatti quella normativa che la Corte usa per impedire la violazione di diritti fondamentali da parte di uno Stato membro del Consiglio d'Europa, imponendogli di prendere subito determinate misure urgenti. La Corte dice di aver rifiutato la richiesta “pro Berlusconi” perché la norma in questione non poteva applicarsi al caso specifico.
L’avvocato chiedeva infatti alla Corte europea di imporre all'Italia di sospendere gli effetti della sentenza del primo agosto 2013, relativa al processo sui diritti Mediaset, che di fatto impedisce all'ex premier di candidarsi alle elezioni. Strasburgo, però, ormai usa la “regola 39” in casi sempre più rari e soltanto quando è a rischio la vita o la salute del ricorrente. Il che non è certo il caso per il leader di Forza Italia.
Ansa/EnCa
Gallery image - Berlusconi non andrà a Strasburgo
Secondo il sito del quotidiano cattolico Avvenire, Silvio Berlusconi potrebbe esser chiamato a scontare la sua condanna, ovvero nove mesi effettivi dedicati ai servizi socialmente utili, in una struttura dove sono ricoverati anziani disabili. La proposta giungerebbe proprio dall’Ufficio esecuzione penale esterna, che avrebbe previsto un’attività non troppo gravosa per il presidente del Milan. Sarebbe infatti impegnato solo un giorno alla settimana, di mattina oppure di pomeriggio e la struttura che lo ospiterebbe non sarebbe a Milano ma in una zona più facilmente raggiungibile da Arcore. Sarà "solo" obbligato a tornare a casa entro le 23.00 e non uscirne più fino alle 6.00 del mattino successivo.