Portano berretti da baseball e bandana per coprirsi il viso, ma non giocano come i loro coetanei. Decine di bambini dello Stato di Guerrero, uno dei più poveri e violenti di tutto il Messico, imparano ad usare le armi in tenera età e combattono i narcotrafficanti.
“Il Governo non ci garantisce protezione e sicurezza”, dice bernardino Sanchez, leader della cosiddetta polizia comunitaria, una milizia cittadina di centinaia di volontari che si sono uniti per difendersi.
Tra di loro, ci sono anche bimbi tra i 5 e i 15 anni, che si esercitano per alcune ore a settimana in un campo di Ayahualtempa, ai piedi di una collina. Dopo il 13esimo anno d’età, escono con le pattuglie e, se capita, partecipano agli scontri armati.
Venerdì scorso, il Governatore di Guerrero Héctor Astudillo Flores, ha condannato l’addestramento dei bambini e intrapreso dei negoziati con le unità di volontari affinché mettano fine a questa pratica.
AFP/KiNa