Lo sgombero della "Giungla" di Calais è finito. A tre giorni dall'inizio dei lavori per smantellare il campo, nella più grande tendopoli d'Europa non c'è più nessuno. Il prefetto ha sancito la conclusione dell’operazione, mentre le fiamme appiccate in diversi punti della bidonville continuavano a bruciare qua e là e proseguivano le proteste di vari gruppi di opposizione all’azione.
Da lunedì oltre 5’000 persone sono state sfollate, caricate sui bus e trasportate negli oltre 400 centri di accoglienza sparsi per tutta la Francia. All'appello mancherebbero almeno un altro migliaio di persone, poiché, si stima, nel campo vivessero in circa 6’000. Chi non si è annunciato si è probabilmente allontanato da solo, e potrebbe tornare tra breve.
Molti non vogliono chiedere asilo in Francia. Hanno parenti nel Regno Unito, come diversi dei 1'300 minorenni non accompagnati che, per il momento, sono stati alloggiati in prefabbricati poco fuori dal campo. Londra si è impegnata ad accogliere chi ha un legame familiare oltre Manica, ma Parigi lamenta ritardi e poca collaborazione.
Diem/TG
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