Il punto

Pasqua, così Francesco continua a governare la Chiesa

Con due gesti il Papa dice al di essere ancora al timone. Prima un breve incontro con il vicepresidente Usa JD Vance, a Casa Santa Marta, poi la presenza alla benedizione Urbi et Orbi dalla Loggia centrale della basilica vaticana

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Papa Francesco questa mattina durante la benedizione Urbi et Orbi dalla loggia centrale della basilica vatricana

  • Keystone
Di: Paolo Rodari 

Prima l’incontro con il vicepresidente Usa JD Vance, a Casa Santa Marta, poi la presenza alla benedizione Urbi et Orbi dalla Loggia centrale della basilica vaticana che affaccia su Piazza San Pietro. Nella mattina di Pasqua, papa Francesco dice al mondo che il timone della Chiesa è ancora nelle sue mani, nonostante il lungo ricovero al Policlinico Gemelli per una polmonite bilaterale e le diverse voci circa un suo possibile passo indietro a dodici anni dall’elezione al soglio di Pietro. Il breve incontro con Vance è arrivato dopo l’udienza concessagli ieri dal segretario di Stato vaticano Pietro Parolin. Francesco ancora una volta ha voluto di dimostrare di non avere preclusioni verso nessuno, nemmeno nei confronti di chi rappresenta un’amministrazione che su diversi temi, soprattutto sociali, marca una certa distanza con la sua visione del mondo. Insieme, l’affaccio successivo per l’Urbi et Orbi è anche una prova del fatto che Bergoglio intende proseguire, per come può, nel governo della Chiesa: seppure in convalescenza si rende presente.

«Cari fratelli e sorelle Buona Pasqua», sono le poche parole che Francesco è riuscito a dire, la voce ancora affaticata, di fronte a una piazza San Pietro gremita. Quindi, seduto come consuetudine su una sedia a rotelle, la consegna della lettura del messaggio Urbi et Orbi a monsignor Diego Ravelli: «Incarico il Maestro delle Cerimonie di leggere il messaggio”, ha detto.

Francesco non ha mai detto di non prevedere, nel caso le forze vengano a mancargli, la possibilità della rinuncia. Tuttavia, questa non sembra essere vicina, almeno per il momento. Certo, non tutto può essere come prima. I viaggi internazionali previsti nel 2025, ad esempio, sono al momento sospesi, seppure non è escluso, nel caso la convalescenza porti risultati positivi, che possano essere all’ultimo programmati.

Nel messaggio Urbi et Orbi l’attenzione del Papa per i conflitti in corso nel mondo è puntuale. Da casa Santa Marta, del resto, Bergoglio segue con attenzione l’evolversi della situazione internazionale, non mancando di maturare un suo personale giudizio. Così ritorna il forte appello contro la fine delle guerre. In particolare per la fine del conflitto a Gaza. Il Papa si dice «vicino alle sofferenze dei cristiani in Palestina e in Israele, così come a tutto il popolo israeliano e a tutto il popolo palestinese. Insieme si dichiara preoccupato per «il crescente clima di antisemitismo che si va diffondendo in tutto il mondo». E ancora: «In pari tempo, il mio pensiero va alla popolazione e in modo particolare alla comunità cristiana di Gaza, dove il terribile conflitto continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria. Faccio appello alle parti belligeranti: cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira ad un futuro di pace!». Ma, ricorda Francesco, «Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo! L’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo».

Francesco non fa nessun riferimento alla tregua annunciata per la Pasqua dal presidente russo Vladimir Putin. Ma, auspica, «Cristo Risorto effonda il dono pasquale della pace sulla martoriata Ucraina e incoraggi tutti gli attori coinvolti a proseguire gli sforzi volti a raggiungere una pace giusta e duratura».

24:43

Benedizione Urbi et Orbi

Messe e Culti 20.04.2025, 12:00

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