Tradizioni

Le Vie Crucis in Ticino, un segno sul territorio

Se ne contano 54. Monumentali, bellissime, definiscono storia e identità, parte integrante del paesaggio e del presente delle comunità

  • 17 aprile, 14:00
  • 17 aprile, 17:46
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Via Crucis segno sul territorio

Laser 16.04.2025, 09:00

  • Keystone
  • Alessandro Bertellotti
Di: Red. 

Appena fuori dal centro di Bigorio una Via Crucis sale fino al convento di Santa Maria. Si tratta di un cammino di pietà voluto dai francescani. Dal 1784 il percorso propone quattordici cappelle collegate da un bellissimo selciato di acciottolato che arriva, appunto, fino alla “casa dei frati”, il convento. Nelle cappelle sono raffigurate le ultime scene della vita di Gesù fino alla sua morte e alla sua risurrezione. Ma non solo: nel 1978, grazie all’allora responsabile del convento, Roberto Pasotti, nelle cappelle compaiono anche altri messaggi sia religiosi sia anche sociali. L’intento, poi ripreso anche in altre Vie Crucis, è quello di proporre una riflessione più ampia sulle sofferenze umane. Nella prima cappella, ad esempio, c’è scritto “Rispettate l’uomo”. Nella seconda “Non di solo pane vive l’uomo”. E ancora, nella dodicesima, si legge “Se aveste fede”.

Sono 54 le Vie Crucis presenti nella Svizzera italiana. Monumentali, bellissime, segni sul territorio che definiscono storia e identità, sono ormai parte integrante del paesaggio e del presente delle comunità. Alcune sono molto famose. Quella di Biasca, ad esempio, è nota a molti perché visibile direttamente dall’autostrada.

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E poi la Via Crucis della Madonna del Sasso, con le sue stazioni ad edicola. È una corta via di pellegrinaggio che dalla Città Vecchia di Locarno porta al Santuario della Madonna del Sasso a Orselina. Nella corta ma ripida salita, si passa davanti a dodici stazioni a edicola che narrano la Passione di Cristo. I numerosi gradini sono immersi in un paesaggio splendido, adornato di palme, arbusti esotici e un piccolo ruscello. Una volta raggiunta la cima del Sacro Monte, si gode di una vista incredibile sulla città di Locarno e la regione circostante, il delta della Maggia e il Lago maggiore fino al confine con l’Italia. La Madonna del Sasso è una meta di pellegrinaggio importante, fondata nel 1487 dal frate francescano Frà Bartolomeo Piatti di Ivrea. È uno dei più importanti siti storici e religiosi in Ticino, caratterizzato da opere artistiche di grande valore.

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Visitatissima è anche la Via Crucis di Biasca. È immersa in un castagneto. Il suo percorso riporta ad un passato non solo legato alle tradizioni religiose, ma anche ad avvenimenti che hanno profondamente segnato la storia del cantone. Inizia a lato del vecchio cimitero ottocentesco. Poco dopo la settima cappella, verso montagna, vi è un affioramento roccioso sulla cima del quale vi sono ancora le tracce dell’antico acquedotto che conduceva l’acqua

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Nel Patrimonio immateriale dell’Umanità UNESCO sono inserite anche le processioni della Settimana Santa di Mendrisio. Per l’occasione il borgo ospita i trasparenti dipinti su tela montati su casse illuminate dall’interno. Se ne possono osservare alcuni anche nella chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Cosma e Damiano. Spiega Don Claudio Premoli, presidente della Commissione diocesana per L’arte Sacra, che questa tradizione “deriva da una pratica secolare”. Dice: “I primi secoli la Via Crucis si faceva solo a Gerusalemme. Chi andava in pellegrinaggio nella città santa voleva ripercorrere lo stesso percorso di Gesù fatto negli ultimi giorni dal pretorio di Pilato fino al Golgota. E lì c’erano diverse stazioni in cui ci si fermava per la meditazione. Poi si sentì l’esigenza di riportare questo rito al di fuori di Gerusalemme, quando non era più possibile per tutti andarvi. La maggior parte della gente non poteva imbarcarsi in questo viaggio abbastanza faticoso e abbastanza oneroso. I francescani, che avevano la custodia di Terra Santa dal 1333, riportarono nei loro conventi e nei loro possedimenti in giro per l’Europa questa pratica”.

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