La Russia è responsabile dell'assassinio dell'ex spia Alexander Litvinenko, avvenuto per avvelenamento da polonio-210 nel 2006 nel Regno Unito. L'ha stabilito martedì la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo (CEDU).
I magistrati europei hanno ritenuto che "esiste il forte sospetto che Andrei Lugovoi e Dmitri Kovtun, gli uomini che hanno avvelenato Litvinenko, abbiano agito in qualità di agenti del governo russo". Inoltre, sottolineano che Mosca non ha fornito una spiegazione alternativa "soddisfacente e convincente", "né ha confutato i risultati dell'inchiesta pubblica britannica".
La Russia - che ha prontamente respinto quello che giudica "un giudizio infondato" - è stata quindi condannata a pagare 100’000 euro per danni non patrimoniali alla vedova di Alexander Litvinenko e altri 22'500 per spese legali.
L’ex agente del KGB era fuggito in Inghilterra nel 2001 e da allora era stato un grande critico del regime di Mosca, denunciando la corruzione e i presunti legami dei servizi segreti russi con la criminalità organizzata. Morì in ospedale all’età di 43 anni, tre settimane dopo aver ingerito l’isotopo radioattivo.
“La sentenza solleva molte domande”
Addossando alla Russia la "responsabilità" della morte dell'ex ufficiale del FSB Alexander Litvinenko, la CEDU cerca di contribuire alla diffusione della russofobia in Europa; la sentenza stessa inoltre solleva "molte domande". Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, citata da RIA Novosti.