Cresce la tensione tra il Cairo e Roma sul caso di Giulio Regeni, il giovane italiano torturato e ucciso in Egitto. Il ministero dell'Interno egiziano ha diffuso oggi (mercoledì) un comunicato, nel quale ipotizza un omicidio premeditato per una vendetta, causata da motivi personali. "Nonostante gli investigatori non abbiano ancora individuato i responsabili - è scritto nel comunicato - o le ragioni all'origine del crimine, le informazioni raccolte danno per possibile ogni motivo, incluso l'omicidio premeditato e la vendetta".
L'Italia ha reagito bollando come improbabili le "piste" evocate dal Cairo. "L'Italia chiede semplicemente a un paese alleato la verità e la punizione dei colpevoli" per la fine atroce di Regeni, torturato e barbaramente ucciso, ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, alla Camera. "Non ci accontenteremo di una verità di comodo, né di piste improbabili, come quelle evocate oggi". Gli agenti italiani impegnati al Cairo nelle indagini "devono avere accesso a tutti i documenti sonori e filmati e a tutti gli atti del processo nelle mani della procura di Giza",. "Il Governo trasmetterà richieste specifiche su questo attraverso i canali diplomatici. Lo dobbiamo alla famiglia di Regeni e alla dignità del nostro Paese", ha aggiunto.
ANSA/M.Ang.