La Casa Bianca si è trasformata in una sorta di concessionaria Tesla: dopo il crollo del prezzo delle azioni, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è intervenuto in difesa dell’azienda del suo stretto alleato Elon Musk. “Non può essere punito per essere un patriota”, ha detto Trump, accanto a Musk e a suo figlio X, davanti a cinque auto Tesla, tra cui il futuristico Cybertruck.
Durante l’evento Trump ha scherzato sull’acquisto di un’auto senza chiedere sconti al miliardario, il principale finanziatore della sua campagna elettorale (ha contribuito con oltre 250 milioni, ndr), e ha minacciato chi vandalizza le Tesla: “Vi prenderemo e passerete l’inferno”. Il sostegno del presidente arriva in un momento critico per l’azienda, tra il calo delle vendite in Europa, gli incendi di veicoli e stazioni di ricarica, e gli appelli al boicottaggio.

Trump ha dichiarato che comprerà una Tesla perché è "un ottimo prodotto"
Musk, consigliere di Trump e a capo di un dipartimento per la riduzione della spesa federale (DOGE), è una figura polarizzante. È criticato per il suo sostegno alla destra europea e per la sua opposizione ai sistemi di sicurezza sociale. Il 53enne è finito sotto i riflettori anche per un gesto controverso durante la cerimonia di insediamento, che ha respinto come “trucchi sporchi” degli oppositori.
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Nonostante le difficoltà, Musk ha annunciato un raddoppio della produzione Tesla negli USA nei prossimi due anni. L’azienda vuole sostenere le politiche di Trump e dimostrare la sua fiducia nel futuro degli Stati Uniti. Tuttavia, resta incerto se la domanda sosterrà questa espansione, soprattutto considerando il recente calo delle vendite in Europa e Cina. Il prezzo delle azioni Tesla, inizialmente raddoppiato dopo la vittoria elettorale di Trump, è ora inferiore rispetto a prima delle elezioni. Lunedì è sceso del 15%, ma martedì è risalito del 3,79% dopo l’evento a Washington.
Per Musk, l’evento alla Casa Bianca è un riscatto. Nel 2021, Joe Biden aveva escluso Tesla da un vertice sui veicoli elettrici, dando spazio a General Motors, Ford e Stellantis, tradizionalmente vicini ai sindacati. Questo episodio avrebbe spinto Musk ad allontanarsi dai democratici e ad avvicinarsi ad ambienti più liberali.

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