La Svizzera sostiene l’idea promossa dalla Germania di creare un tribunale per perseguire il crimine di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina. La notizia è stata confermata ai nostri microfoni anche dallo stesso consigliere federale Ignazio Cassis, a New York nel quadro dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, all’indomani di un incontro con la controparte tedesca.
Alla RSI, il capo del Dipartimento federali affari esteri spiega: “Nessun crimine di guerra può restare impunito. Chi è competente per definire chi va punito e come, di fronte a una crassa violazione della Carta dell’ONU e del diritto pubblico internazionale, quale strumento abbiamo a disposizione? Abbiamo la Corte penale internazionale (CPI) ma che non può avere attività retroattive in Paesi che non fanno parte dello Statuto di Roma (La Federazione russa era firmataria ma ha ritirato la sua sottoscrizione, ndr.). Abbiamo poi dei tribunali speciali che servono proprio a questo, ma che devono essere sostenuti con chiare maggioranze dalla comunità internazionale: è di questo che stiamo parlando”.
Della legittimità di questa corte, rivela Cassis, si è parlato ieri (martedì) “con una ventina di colleghi provenienti soprattutto dall’Europa ma anche dall’America latina, per capire quale strada percorrere per dare legittimità politica e giuridica a un tribunale speciale sul quale, in ultima battuta, dovrà decidere l’ONU”.
Nessun crimine può restare impunito
Ignazio Cassis, Consigliere federale, capo del DFAE
Questo strumento, tuttavia, non nasconde un po’ di frustrazione per quello che le istituzioni, l’ONU, non sono riusciti a fare? “L’ONU è composto da Paesi. Se questi non si muovono, il tribunale non può esistere: la riunione di ieri sera rappresenta proprio l’ONU che si sta muovendo in questa direzione – risponde Ignazio Cassis – ci vorrà tempo, perché a questo livello nessuna decisione è facile, e perché ci sono le grosse potenze che si difendono di fronte a simili processi, perché possono avere il sospetto che allargando troppo il campo di attività (di un tribunale, ndr.) qualcun altro potrebbe cadere nel mirino della giustizia. Questo è il diritto pubblico internazionale ed è difficile mettersi d’accordo”.
“Certo è – conclude lapidario Cassis – che nessun crimini d’aggressione può restare impunito”.
Già spiccato un mandato contro Putin
La CPI ha emesso in marzo un mandato d’arresto internazionale contro il presidente russo Vladimir Putin, ma non ha la competenza di indagare sull’aggressione di Mosca contro Kiev in generale. Pertanto, tra i diplomatici circola già da mesi l’idea di creare un tribunale speciale come avvenne ad esempio dopo la guerra in Jugoslavia. Per Cassis, come confermato appunto alla RSI, una simile corte va però fondata in un quadro multilaterale ampio e con un sostegno internazionale equilibrato.