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Conflitto Israele-Hamas: 600 riservisti partiti dall’America Latina

Erano in viaggio con lo zaino in spalle, sono tornati in patria con tre voli - La guerra vista da Brasile, Colombia, Cile e Argentina

  • 20 ottobre 2023, 07:02
  • 20 ottobre 2023, 07:02
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La proposta di Lula da Silva non è passata

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Di: Emiliano Guanella

Lontano, ma non troppo, il conflitto in Medio Oriente tiene banco anche in America Latina. Il più attivo fra i presidenti della regione è il brasiliano Lula da Silva. Il Brasile occupa la presidenza pro tempore del Consiglio di sicurezza dell’ONU e ha presentato una risoluzione per chiedere la sospensione delle ostilità per iniziare un tavolo di dialogo. La proposta ha ricevuto 12 voti a favore su 15, compreso quello della Svizzera: è stato il consenso più amplio visto finora sulla questione, ma il documento è stato bloccato dal veto degli Stati Uniti, oltre che dall’astensione di Russia e Gran Bretagna. Washington ha spiegato che la sospensione delle azioni militari lascerebbe il suo alleato Israele troppo esposto a nuovi attacchi.

Diversa la posizione del presidente colombiano Gustavo Petro, che ha minacciato di sospendere le relazioni diplomatiche con Tel Aviv se continueranno i bombardamenti su Gaza. Petro ha criticato il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant, sostenendo che la sua decisione di togliere elettricità e acqua a Gaza è simile a quella presa dai nazisti con i ghetti ebraici durante la Seconda guerra mondiale. Immediata la reazione di Israele, che ha sospeso la fornitura di attrezzature militari alla Colombia. Più moderate le posizioni del cileno Gabriel Boric, che ha condannato le azioni di Hamas ma anche la morte di civili a Gaza. In Cile vive la più grande comunità palestinese dell’America Latina, con mezzo milione di persone e legami molto forti con la terra d’origine.

In Argentina il conflitto è entrato nella campagna per le elezioni presidenziali di domenica. I principali candidati hanno espresso solidarietà a Israele dopo l’attacco di Hamas, mentre sono state rafforzate le misure di sicurezza per i centri della comunità ebraica di Buenos Aires, una delle più numerose al mondo fuori Israele. Gli argentini si ricordano bene dei due tragici attentati all’ambasciata israeliana (1992) e alla mutuale ebraica (1994) che causarono più di cento morti. Diversi ragazzi e ragazze israeliane che si trovavano in viaggio in America Latina hanno intanto risposto alla chiamata alle armi. Sono già partiti tre aerei da Città del Messico, Lima e San Paolo con a bordo un totale di 600 riservisti. È prassi che molti giovani israeliani che hanno appena finito il servizio militare intraprendano un viaggio zaino in spalla di diversi mesi per conoscere l’America Latina. Per molti di loro la vacanza è già finita.      

La testimonianza di un ex soldato israeliano

Telegiornale 18.10.2023, 20:35

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