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Corsica, la Francia parla di "autonomia"

Visita di due giorni del ministro dell'interno dopo il ferimento di Yvan Colonna e i disordini di Bastia - Potrebbe essere una svolta, dice un esperto

  • 17 marzo 2022, 19:56
  • 20 novembre, 18:28
05:15

Parigi apre all'autonomia della Corsica

SEIDISERA 17.03.2022, 19:35

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Di: SEIDISERA/AFP/pon 

La parola "autonomia", pronunciata per la prima volta in un'intervista alla vigilia del viaggio, ha caratterizzato la due giorni in Corsica del ministro dell'interno francese Gérald Darmanin. Si è recato sull'isola mercoledì e giovedì per una serie di incontri volti a placare le tensioni indipendentiste, infiammate il 2 marzo dall'aggressione in carcere a Yvan Colonna e sfociate negli scontri del fine settimana a Bastia, con 67 feriti fra cui 44 agenti.

A Colonna, intanto, è stata accordata la sospensione della pena che stava scontando ad Arles per motivi medici.

L'apertura al dialogo su un tema fin qui tabù arriva a fine mandato presidenziale di Emmanuel Macron, ma Darmanin ha assicurato che formalizzerà in un documento il contenuto dei colloqui avuti e che la sua parola è quella dello Stato, chiunque vinca l'elezione per l'Eliseo in aprile.

La mossa di Macron attraverso Darmanin ha spiazzato i concorrenti nella campagna elettorale, ma gli è valsa anche delle critiche. Tre ex ministri dell'interno, Dominique de Villepin, Manuel Valls e Jean-Pierre Chevènement, che era in carico nel 1998 quando fu assassinato il prefetto Claude Erignac, si sono espressi a mezzo stampa. Il più severo è il terzo, che ha parlato di un ricatto attraverso il ricorso alla violenza.

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E la parola "autonomia" potrebbe rappresentare davvero una svolta, "se usata con cognizione di causa", spiega a SEIDISERA Carlo Pala, politologo all’Università di Sassari, esperto di movimenti indipendentisti. Autonomia ha in Francia un valore diverso al contesto italiano, ricorda, significa "un'elargizione di poteri superiore" e si potrebbe pensare addirittura a "uno statuto in cui una serie di tasse e imposte possono rimanere nell'isola", come lascerebbe credere anche il "modello polinesiano" evocato da Darmanin.

"Magari", afferma ancora Pala, "non ancora così spinto per quanto riguarda il perfetto bilinguismo invocato dai corsi, ma si vedrà". L'esperto non esclude poi che anche in altre regioni, come la Bretagna, possano in futuro riemergere rivendicazioni.

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