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Covid-19, "Come una prigione”

Il TG ha raccolto la denuncia di due famiglie provenienti dal Sudafrica e costrette a trascorrere una quarantena obbligatoria in strutture governative di Hong Kong

  • 22 maggio 2020, 00:33
  • Ieri, 19:18
03:30

Hong Kong, centri di quarantena "come prigioni"

Telegiornale 21.05.2020, 22:00

Di: TG/Alessandro Chiara 

Altro che casa, dolce casa. Il rientro a Hong Kong di Colin Embree, direttore di NBC Financial Markets Asia e Grant Horsfield, fondatore di Naked Group, azienda che offre ospitalità “sostenibile”, è stato traumatico e inaspettato. Per loro e le loro famiglie – mogli e 4 bimbi tra i 22 mesi e i 9 anni – si sono infatti aperte solo le porte di uno dei centri di quarantena obbligatoria allestiti per arginare il rischio di contagi di ritorno.

Il Sudafrica – sotto stretto lockdown - fa infatti parte di una ristretta cerchia di 5 paesi – insieme a Pakistan, India, Bangladesh e Nepal – che le autorità del territorio autonomo cinese considerano a rischio, sulla base di una serie di parametri sanitari che secondo Colin e Grant sono stati interpretati in maniera arbitraria.

Il numero dei tamponi colloca per esempio il Sudafrica davanti a tanti altri paesi che in questa lista di proscrizione non rientrano. Si è attivata anche la diplomazia, il console generale sudafricano a Hong Kong ha chiesto che la lista venga rivista.

Ma intanto le famiglie di cui il TG ha raccolto la testimonianza vivono in residenze fatiscenti, tra scarafaggi, sudiciume e senza poter godere neppure di libertà minime, come uscire all’aperto insieme ai bimbi per un’ora d’aria.

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