Altro che casa, dolce casa. Il rientro a Hong Kong di Colin Embree, direttore di NBC Financial Markets Asia e Grant Horsfield, fondatore di Naked Group, azienda che offre ospitalità “sostenibile”, è stato traumatico e inaspettato. Per loro e le loro famiglie – mogli e 4 bimbi tra i 22 mesi e i 9 anni – si sono infatti aperte solo le porte di uno dei centri di quarantena obbligatoria allestiti per arginare il rischio di contagi di ritorno.
Il Sudafrica – sotto stretto lockdown - fa infatti parte di una ristretta cerchia di 5 paesi – insieme a Pakistan, India, Bangladesh e Nepal – che le autorità del territorio autonomo cinese considerano a rischio, sulla base di una serie di parametri sanitari che secondo Colin e Grant sono stati interpretati in maniera arbitraria.
Il numero dei tamponi colloca per esempio il Sudafrica davanti a tanti altri paesi che in questa lista di proscrizione non rientrano. Si è attivata anche la diplomazia, il console generale sudafricano a Hong Kong ha chiesto che la lista venga rivista.
Ma intanto le famiglie di cui il TG ha raccolto la testimonianza vivono in residenze fatiscenti, tra scarafaggi, sudiciume e senza poter godere neppure di libertà minime, come uscire all’aperto insieme ai bimbi per un’ora d’aria.