Il G7 ha lanciato domenica un vasto programma di investimenti per i Paesi in via di sviluppo, su iniziativa degli Stati Uniti, che dovrebbe rispondere agli enormi progetti finanziati dalla Cina, su tutti la nuova Via della Seta, ma i cui contorni non sono ancora del tutto chiari. Il piano si svilupperà su cinque anni per infrastrutture, ambiente, sanità e tecnologie sicure in tutto il mondo.
"Con i partner del G7, puntiamo a mobilitare 600 miliardi di dollari entro il 2027 per gli investimenti infrastrutturali globali", ha dichiarato la Casa Bianca poco prima del discorso con cui Biden ha presentato la proposta al vertice delle sette nazioni nel sud della Germania. Il "Partenariato per le infrastrutture globali" dovrebbe, secondo la stessa fonte, "fornire infrastrutture di qualità e sostenibili". Solo gli Stati Uniti promettono di "mobilitare" circa "200 miliardi di dollari" per questo programma.
In Germania, nel suo discorso, il presidente americano non ha mai nominato la Cina ma il suo messaggio a Pechino, e anche alla Russia, è chiaro quando ha invitato le democrazie a rimanere unite per non lasciare il campo libero agli autocrati che opprimono i loro popoli.
Il G7 "si è posto l'obiettivo di fornire al mondo un'offerta migliore in termini di investimenti nelle infrastrutture", ha sottolineato da parte sua il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, presentando il progetto insieme al presidente statunitense.
Il G7 riunito in Germania
Telegiornale 26.06.2022, 14:30
Nata un anno fa al vertice in Cornovaglia, i contorni dell'iniziativa erano rimasti finora un po' vaghi. Il presidente USA è entrato più nel dettaglio su quali saranno i campi d'azione e quali le zone del mondo a cui gli investimenti saranno rivolti: Corno D'Africa, Africa occidentale, ma anche Sudamerica e Asia-Pacifico, tutte aeree su cui la lunga mano della Cina è già arrivata da tempo.
Tuttavia, a differenza della mega operazione della Via della Seta che si basa interamente su massicci investimenti statali, il piano presentato da Biden prevede un ruolo significativo del settore privato, una sorta di sfida “capitalisti contro comunisti”.